Coach “Billy” Idolo risolleva il Valbelluna. «Ma il cuore appartiene all’Agordo»
Un vincente nuovo debutto sulla panchina del Valbelluna per Gabriele “Billy” Idolo. Dopo una stagione e mezza da vice, alla prima da capo allenatore l’ex capitano dell’Agordo ha fatto ritrovare ai biancorossi successo e bussola.
Idolo, una bella vittoria sul Favaro che legittima un secondo posto ottimo in chiave seconda fase.
«Sì, i ragazzi hanno risposto bene alle quattro sconfitte di fila, rimanendo intensi e sul pezzo per tutti i 40’».
Che tasti ha toccato per rinvigorire uno spogliatoio che sembrava, se non spaccato, per lo meno scontento?
«Non mi posso prendere i meriti di questa vittoria. Sicuramente però ho lavorato a livello motivazionale, stimolando i ragazzi».
Interventi a livello tecnico-tattico?
«Rispetto alla gara precedente ho inserito un paio di giochi. Ma senza stravolgere il lavoro fatto fin qui da Geromel: a questo punto della stagione non mi sembrava il caso».
A proposito di Geromel: cosa ha portato alla risoluzione consensuale?
«È una cosa che deve restare all’interno dello spogliatoio. È brutto puntare il dito verso i giocatori o il coach precedente. Le colpe sono 50 e 50».
Adesso la fase Gold: mire?
«L’obiettivo è stato raggiunto. Adesso giochiamocela senza tensioni o agitazioni. Il morale si è rialzato. Venga quello che venga, però sempre giocando a basket e mantenendo alti morale e intensità».
Facciamo ora un tuffo in un passato di buon livello.
«Ho cominciato con il basket piuttosto tardi, a 15 anni. Prima giocavo a calcio. Dal 1992 alla Libertas Belluno ho fatto le giovanili e 18enne sono entrato in prima squadra. Poi sono stato notato dai dirigenti dell’Aba, e dal 1995/96 ho iniziato la mia avventura ventennale ad Agordo, inframezzata solo da una parentesi a Montebelluna in C2 nel 2005/06».
Una bandiera dell’Aba, con ricordi molto belli.
«Il mio cuore appartiene ad Agordo. Nel 1997, il passaggio dalla Promozione alla D, e poi nel 2004 dalla D alla C2. Ci abbiamo giocato un anno. Dopo la parentesi a Montebelluna sono tornato ad Agordo in Promozione, nell’ultima stagione nella doppia veste di giocatore-allenatore. Finché nel 2014 purtroppo la società non si è più iscritta per problemi di numeri, di “materia prima”».
Dunque il passaggio al Valbelluna.
«Un paio d’anni in Promozione da giocatore. Quindi per due campionati sono stato coach in Prima Divisione. E per altri due nell’Under 17, insieme a Roberto Piazza. Poi, prima del Covid, 3-4 mesi a Montebelluna, da vice del mio grande amico Filippo Osellame. La scorsa stagione sono tornato al Valbelluna, come vice prima di Bonivento e poi di Geromel».
Come sta oggi il basket in provincia?
«Una ventina d’anni fa il livello purtroppo era abbastanza basso. Agordo era sopra tutti, mentre Feltre doveva ancora farsi, e Belluno era ancora più indietro. Poi i ruoli si sono capovolti. Ad Agordo il movimento è andato scemando. Invece Feltre è cresciuta molto, potendo attingere giocatori anche dal trevigiano e costruendo un settore giovanile ben attrezzato. Così anche il Valbelluna, che adesso ha un bel bacino di giovani. Il movimento è in crescita».