Bolis, il nuovo comandante dei carabinieri di Gorizia: «Non esistono le zone tranquille»

foto da Quotidiani locali
GORIZIA «L’idea che esistano posti tranquilli non mi ha mai convinto. Per la mia esperienza, un posto tranquillo non esiste. Tanto più che i posti tranquilli possono essere più appetibili per certi tipi di organizzazioni criminali proprio perché consentono di fare investimenti e una serie di attività che poi inquinano il commercio e l’industria del posto. Quindi, zone tranquille non ce ne sono. Che poi questa sia una provincia assolutamente sana e di lavoratori, che parte da una posizione di vivibilità alta e che, a maggior ragione, va tutelata, questo è un altro discorso». Il colonnello Massimiliano Bolis da ieri è il nuovo comandante provinciale dei Carabinieri e mette subito in chiaro il suo pensiero.
Laureato in Giurisprudenza a “La Sapienza” e in Scienze della Sicurezza Interna ed Esterna a “Tor Vergata” subentra al collega Luciano Giuseppe Torchia che è stato destinato al Comando legione Carabinieri “Lombardia” di Milano, dopo tre anni alla guida dell’Arma nell’Isontino.
Bolis arriva da Livorno dove ricopriva l’incarico di Comandante del Reparto Paracadutisti per la Sicurezza delle Rappresentanze Diplomatiche a rischio della 2a Brigata Mobile, ma prima di entrare nella componente tattico-operativa dell’Arma, ha lavorato nella Territoriale sia in Sicilia sia in Campania. Esperienze queste che gli hanno permesso di maturare un certo punto di vista. «L’impostazione è semplice: identificare la minaccia sul territorio, ma questo si può fare solo conoscendolo». E per conoscere il territorio, immediatamente dopo l’insediamento, già ieri mattina, ha iniziato il giro di saluti istituzionali. «Il sistema - ha sottolineato - funziona solo quando tutte le istituzioni riescono a collaborare. L’ho imparato nel corso della lunga esperienza all’estero dove tutto è interforze e dove ogni parte del sistema deve dare il suo contributo». All’estero, il neo comandante provinciale ha lavorato con entrambi i reparti di stanza a Gorizia: il 13 Reggimento Fvg e la Brigata “Pozzuolo del Friuli”.
Il colonnello Bolis ha detto di aver ereditato un comando provinciale «di altissimo profilo e di uno staff rodato». «Cercherò di dare più continuità possibile, mettendo i colleghi e le colleghe nelle condizioni di poter lavorare al meglio». Per quanto riguarda gli organici e la presenza a Gradisca d’Isonzo dei due centri per migranti, non si è nascosto: «Si tratta di una realtà che ha un impatto anche su di noi, ma viene gestita con le risorse che ci sono». Più in generale, sul tema dell’immigrazione ha ricordato che è un problema di portata nazionale, non solo locale, ma ha poi aggiunto: «Per la sua posizione, Gorizia ha un’esposizione particolare. Anche per quello, con la questura e sotto il coordinamento della Prefettura, contribuiremo a sostenere e affrontare il fenomeno».
Nell’orizzonte futuro della città c’è poi la sfida con la Capitale europea della Cultura 2025. L’appuntamento transfrontaliero richiederà inevitabilmente uno sforzo anche nell’ambito della sicurezza. «Go!2025 sarà un impegno che ci vedrà in prima linea con le altre forze di polizia sotto il coordinamento della Prefettura, ma saremo ben felici di supportarlo per la parte dell’ordine pubblico e della pubblica sicurezza perché è un’occasione di rilievo per l’intera cittadinanza».