Monfalcone, raddoppiano alunni e fermate sullo scuolabus

Ben 30 le fermate per la linea 3, nel 2016 dal rione balneare il pullman partiva 20 minuti dopo. Maioretti: fatto il possibile
MONFALCONE La campanella suona alle 8, ma la sveglia, per i bambini di Marina Julia iscritti alle primarie Duca d’Aosta, Cuzzi o Sauro, squilla un’ora e mezza prima: per loro, infatti, lo scuolabus della linea 3 parte alle 6.50, dopo una fisiologica mezz’oretta scandita da toilette, vestizione, colazione e zaino. Un’ora e 9 minuti per compiere il tragitto fino alla scuola di Panzano (ora in via Isonzo), un’ora e 5 per la Cuzzi di via Canaletto e appena, si fa per dire, 45 minuti per la Duca d’Aosta: il tempo di arrivare a Trieste. Se poi l’alunno di Marina Julia, per ipotesi, deve andare alla Cuzzi di viale San Marco e il genitore non l’ha portato in autonomia alla vecchia scuola per l’ultima corsa delle 8.02, allora il viaggio si prolunga a un’ora e 20. C’è però da rilevare che la linea3-andata conta ben 30 fermate. La levataccia, tuttavia, è pure per gli scolari di largo Isonzo, la partenza in via Crociera 48, è alle 6.52, con arrivo alla Duca d’Aosta alle 7.45 e 7.55 in via Poma, alla Battisti.
Secondo il Comune, con l’assessore all’Istruzione Tiziana Maioretto, si tratta «solo di un paio di minuti d’anticipo rispetto agli ultimi anni» e può essere. Ma a scorrere gli orari dell’anno 2016/2017, al rione balneare il mezzo faceva tappa alle 7.10 (linea B, nave), 20 minuti dopo. E la prima partenza in senso assoluto era quella di via Capitello 20 (linea A) alle 7.01: 11 minuti di stacco.
La spiegazione del sensibile anticipo sui tempi è con ogni probabilità legato all’aumentato ricorso allo scuolabus, impiegato ora da quasi 300 alunni. Non si può escludere l’influenza degli accentuati rincari sulla benzina: ci sono agevolazioni per chi versa in determinate fasce Isee. I numeri, snocciolati da Maioretto, parlano: 159 riconferme, contro le 132 dell’anno scorso e 132 nuovi ingressi – di fatto raddoppiati – rispetto ai 69 del 2022. Di qui l’incremento di tappe, in particolare su via Gramsci e Marina Julia. A fronte della domanda cresciuta e del «medesimo numero di mezzi» rispetto all’altr’anno, spiega l’assessora, si son compiuti salti mortali per «far quadrare tutti i tragitti», tant’è che lei ringrazia Apt per il supporto. Una decina di alunni sono rimasti in lista d’attesa «ma con le rinunce in corso d’anno, ricorrenti come per le iscrizioni a scuola, si conta di assorbire pure tal fabbisogno».
C’è poi il servizio extra per gli scolari della Cuzzi, a causa dell’abbattimento del plesso ridistribuiti su tre sedi (Casa della Gioventù, Centro anziani e Randaccio): «Una decina di famiglie in più, qui, ha scelto lo scuolabus e, poiché l’esiguo numero non giustificava una nuova navetta, s’è stabilito – dice – di erogare il trasferimento avvalendosi dei mezzi in campo. I genitori condurranno i figli sul piazzale della Cuzzi e a turno le linee che avranno terminato le loro tratte faranno spola, da lì, per condurre pure questi allievi nelle tre sedi». Un’integrazione ai pulmini “fissi” «con un “soccorso scolastico” per ottimizzare le linee».
Ribadisce intanto «preoccupazione» il Pd con la capogruppo Lucia Giurissa, che già aveva chiesto una serie di dati: «Non una curiosità fine a sé stessa e l’ha ribadito la Sezione delle autonomie della Corte dei conti con la delibera 25 ormai 4 anni fa. Il trasporto scolastico è un servizio pubblico essenziale a garanzia del primario diritto allo studio: inibire all’allievo il raggiungimento della sede, con compressione del diritto costituzionalmente garantito è un problema serio e non basta l’abbattimento per Isee, cui quasi nessuno ha fatto ricorso». Giurissa sollecita l’applicazione del «principio di sussidiarietà verticale, tarando il servizio sulle nuove necessità logistiche dettate dalla contingenza dei cantieri: stando agli articoli 2, 3 e 5 del dlgs 63/2017, il Comune potrebbe finanziare con risorse proprie il potenziamento del servizio scuolabus». Tradotto: ci vogliono altri bus.