«I liquami inquinano il nostro quartiere»: a Soave scattano protesta e raccolta firme
PORTO. «A Soave, in particolare in località Loghini, si verificano gravi situazioni di pericolo e di inquinamento causate dal passaggio di trattori trainanti autobotti cariche di liquami e/o carri con cereali». Inizia così l’appello rivolto all’amministrazione comunale di Porto Mantovano e al Parco del Mincio da un gruppo di soavesi che chiedono un intervento immediato per porre rimedio ad un problema molto sentito dalla comunità, tanto che nel giro di pochi giorni la protesta è stata sottoscritta da un’ottantina di persone.
I trattori a cui fanno riferimento i cittadini provengono per la quasi totalità da attività di allevamenti intensivi di maiali poste nei comuni limitrofi: i mezzi transitano nel centro del paese e, in particolare, in via San Isidoro, per dirigersi a scaricare e/o caricare sui terreni verso il Lago Superiore, fino alla Corte Raffaina, nel comune di Mantova.
«I transiti, a gruppi di quattro o cinque autobotti, cominciano alle sette del mattino e proseguono fino a notte fonda – si legge nel testo della raccolta firme, che vede tra i primi firmatari Alessandro Zaninelli, Massimo Previdi e e Davide Zamberini –. Possono continuare per dieci, anche quindici giorni consecutivi, con passaggi ripetuti ogni venti o trenta minuti; avvengono ormai in tutti i periodi dell’anno a esclusione del solo periodo di fermo spandimento (cioè per novanta giorni all’anno di cui 32 continuativi dal 15 dicembre al 15 gennaio). Il passaggio di questi mezzi, che a pieno carico superano le decine di tonnellate e hanno dimensioni tali da occupare completamente la ridotta sede stradale di via San Isidoro, mette a rischio l’incolumità di chiunque circoli, sia in auto, che in bicicletta o a piedi e, di fatto, rende un intero quartiere isolato dal resto del paese».
Il traffico, inoltre, comporta un pesante inquinamento acustico e, non ultimo, con lo spandimento, «un odore nauseabondo che costringe le persone a tenere le finestre chiuse anche in primavera e in estate e impedisce loro di stendere i panni all’aperto».
La protesta scritta, inviata a Comune e Parco, si colloca all’interno di una problematica più vasta, cioè quella relativa alla corretta pratica agricola, che è un tema sentito non certo soltanto a Porto. «Ci chiediamo se la pratica agricola, che procede con lo spandimento di questi rifiuti nel nostro territorio e viene attuata secondo certe modalità, sia controllata e rispettosa della normativa vigente – scrivono i soavesi – Possiamo testimoniare su alcuni fatti, regolarmente documentati agli amministratori locali, per affermare che questo non avviene. I liquami vengono sparsi con piatto deviatore o gettone, cioè in modalità aerea, favorendo l’emissione di odori nauseabondi e la volatilizzazione dell’ammoniaca che provoca inquinamento da PM10 e PM 2,5; sono spesso lasciati sui terreni per giorni, contrariamente a quanto stabilisce la normativa che prevede un interramento entro le dodici ore; vengono sparsi anche quando i campi sono zuppi d’acqua; vengono sparsi anche sul prato stabile, prima e dopo la raccolta del fieno, contro la buona pratica consigliata. Spesso le distanze dai centri abitati e dai corsi d’acqua non sono rispettate».