Arrestato bagnino spacciatore a Cavallino. Teneva la droga nella torretta
CAVALLINO
La torretta in spiaggia oltre che per monitorare i bagnanti in mare, gli serviva anche per nascondere la droga e avvistare potenziali clienti e incrementare così la sua attività di pusher. Arrestato dai carabinieri mercoledì pomeriggio sulla spiaggia di Cavallino-Treporti, A. M. , 37enne di nazionalità albanese, già gravato da pregiudizi penali e di polizia, mentre faceva il bagnino in uno stabilimento della località balneare, con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. L’addetto al salvamento era stato notato quando, alla vista dei carabinieri, in sella del proprio motorino, aveva cercato di eludere il controllo sulla strada per venire poi fermato e sottoposto a perquisizione.
Nel suo zaino i militari della stazione locale coordinata dalla compagnia di San Donà hanno trovato 8 dosi di cocaina per un peso di circa 8 grammi. Ma il vero “giacimento” era la torretta sull’arenile dove il 37enne vigilava sulla sicurezza dei bagnanti, dove è stato trovato ancora imballato un involucro con altri 5,5 grammi di cocaina ancora “da tagliare” oltre ad un bilancino elettronico di precisione. Sequestrati dai militari nella stessa perquisizione poco prima di arrestarlo anche due cellulari utilizzati per il contatto con i clienti.
Stupore e incredulità, e comunque l’invito a non generalizzare, fra i residenti e gli operatori turistici di Cavallino-Treporti che arriva in una stagione turistica già partita col freno a mano. Ma è dai suoi colleghi dell’Associazione Assistenti Bagnanti Veneto, il coordinamento di categoria che raccoglie oltre 200 bagnini di tutta la costa veneta, che ogni giorno garantiscono la sicurezza in acqua di migliaia di bagnanti, che arriva la maggiore indignazione per questo arresto che non deve in nessun modo infangare una categoria professionale.
«Se fosse stato arrestato un muratore, un barista o un appartenente a qualsiasi altra categoria lavorativa», sbotta il presidente dei bagnini veneti, Guido Ballarin di Jesolo, «nessuno si sarebbe sognato di accostare la sua professione all’attività di spacciatore. Per questo non riteniamo giusto, accostare il fatto che svolgesse l’attività di salvamento. Stiamo lavorando molto per migliorare la professionalità e l’immagine dei bagnini veneti su molti fronti, anche stabilendo con i coordinamenti di altre regioni linee guida di intervento che valgano su tutte le spiagge nazionali. Però è giusto invece ricordare il lavoro e l’impegno tutti i colleghi che ogni giorno svolgono la loro professione con grande coraggio e senso di responsabilità». —