Festa della Mamma: torna l’Azalea della Ricerca di Airc
Domenica per la Festa della Mamma, alla vostra non regalate un mazzo di rose rosse, ma un’azalea. In 3.700 piazze italiane, infatti, torna l’iniziativa “L’Azalea della Ricerca”, con la quale da 35 anni a questa parte, Airc è riuscita a migliorare la qualità della vita di molte donne, destinando tutto il ricavato alla ricerca scientifica nell’ambito della prevenzione, diagnosi e cura del cancro al seno e agli organi riproduttivi.
L’azalea, infatti, in questo caso non è solo un semplice fiore, ma un modo per sensibilizzare e creare consapevolezza attorno ai tumori femminili. Tra questi, non ci sono solo quelli che colpiscono gli organi prettamente femminili (utero, ovaio e seno), ma anche big killer come il cancro del polmone e del colon. Conoscere la malattia può significare evitarne gli effetti peggiori, in particolare se si seguono le strategie di prevenzione e si aderisce ai programmi di screening.
«È importante però fare informazione sulla prevenzione, ma senza generare panico – spiega la professoressa Lucia Del Mastro, professore di Oncologia all’Università di Genova e coordinatrice della Breast Unit dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova – Per esempio, non vi è alcuna evidenza scientifica che la mammografia possa effettivamente servire nelle pazienti al di sotto dei 40 anni».
«È stato dimostrato che è efficace come strumento di prevenzione per le donne tra i 50 e i 69 anni: se fatta ogni due anni, può ridurre la mortalità del 20 – 25%. Tra i 40 e i 45 anni vi è ancora incertezza sulla sua efficacia di prevenzione, mentre al di sotto dei 40 anni non serve, a meno che la donna non presenti evidenti sintomi, come per esempio il cambiamento della forma e del colore del capezzolo, la retrazione della cute, eventuali noduli. Prescriverla al di fuori di queste casistiche significa sottoporre la paziente a inutili rischi radiobiologici».
Al di sotto dei 40 anni però, vi sono altri esami di prevenzione che si possono, anzi si devono fare con regolarità. «La prevenzione primaria, ovvero quella che scongiura la comparsa di eventuali malattie, comincia nell’età infantile: intorno agli 11 – 12 anni, sia le ragazze che i ragazzi devono essere sottoposti al vaccino contro l’HPV, conosciuto altresì come Papillomavirus. Poi, all’inizio dell’attività sessuale e comunque non più tardi dei 25 anni, è bene cominciare a fare il Pap Test, ogni 3 anni fino ai 70 anni, mentre dai 30 – 35 anni in su, il Pap Test può essere sostituito con l’HPV Test, esame di riferimento per la diagnosi precoce del tumore del collo dell’utero» conclude la professoressa Del Mastro.
Prevenire significa garantirsi maggiori probabilità di vivere: l’oncologia moderna deve molto allo sviluppo della biologia molecolare e la maggior parte delle ricerche condotte nei laboratori, compresi quelli sostenuti da AIRC, si basa sull’identificazione di geni mutati e di possibili bersagli molecolari, per la diagnosi, la prognosi e la cura. La nuova frontiera è utilizzare le conoscenze molecolari anche per la prevenzione, usando molecole mirate contro gli effetti di mutazioni precoci prima che queste contribuiscano a trasformare le cellule normali in tumorali.
Quindi, la prevenzione è una necessità che dura tutta la vita e che va portata avanti con adeguate abitudini e appropriati controlli, già a partire dalla tenera età. Come? Nella nostra gallery, trovate le indicazioni di prevenzione, suggerite dai ricercatori di Airc, suddivise per fasce d’età.
Infine, vi ricordiamo l’appuntamento di domenica: per tutta la giornata, in 3700 piazze italiane troverete l’Azalea della Ricerca. Per sapere qual è la piazza più vicina a casa vostra, ricercatela sul sito dedicato. E se proprio non avete possibilità di uscire di casa, ordinatela online qui: vi verrà spedita comodamente a casa, insieme a un biglietto d’auguri.
Buona festa a tutte le mamme!