Audi Q5 ibrida plug-in, un altro passo verso il mare
Esiste un filo sottile che lega il futuro dell’automobile e la salvaguardia degli ambienti marini. Comportamenti da cambiare, abitudini da educare. Da una parte c’è il mercato delle quattro ruote che non può chiudere gli occhi di fronte alle questioni ambientali, dall’altra c’è un mare che nel 2050 potrebbe contenere più plastica che pesci. È per questo che il lavoro di Audi, da anni in prima linea per una mobilità sostenibile, si intreccia con i progetti di One Ocean, fondazione impegnata a più livelli nella marine preservation. Due realtà, un’unica parola d’ordine: consapevolezza.
Rivoluzioni in fieri, che non possono prescindere da step intermedi, da check-point che raccordano «quel che è» con «quel che sarà». E su questo ponte ideale tra passato e futuro – o meglio, tra la rocce naturali del Phi Beach di Baja Sardinia – ecco sbucare Audi Q5 55 TFSI e quattro, il nuovo SUV ibrido plug-in della casa di Ingolstadt che segna un ulteriore passo avanti nell’elettrificazione della gamma. «Oggi ci sono ancora notevoli resistenze al full electric», ci racconta Massimo Faraò, direttore marketing di Audi Italia. «Questa vettura educa e accompagna gli utenti verso un cambiamento».
«Prevalentemente a livello urbano, ti abitua a utilizzare i sistemi elettrici, ma con la sicurezza (e l’autonomia) di un prodotto a benzina», va a stringere Faraò. «Con un occhio sempre rivolto alle prestazioni». Il connubio tra efficienza e sportività, in effetti, è notevole: in città non genera emissioni, percorrendo sino a 45 km in modalità puramente elettrica (e sulle lunghe percorrenze consuma fino a 1 litro di benzina per 47 km), ma le performance restano altissime grazie ai 367 CV di potenza complessiva e ai 500 Nm di coppia che la spingono da 0 a 100 km/h in appena 5,3 secondi.
È stata presentata in anteprima nazionale allo Yatch Club Costa Smeralda, ideatore della fondazione One Ocean e in partnership con Audi dal 2007, dove nel weekend si è svolto anche il test drive della nuova Audi S6 Avant, che debutta con un motore V6 TDI a doppia sovralimentazione: il possente 6 cilindri a tre litri, infatti, è ora abbinato a un compressore elettrico, a un turbocompressore a gas di scarico e alla tecnologia mild-hybrid a 48 volt. Modifiche che fanno rima con sportività: incollata alla strada, ha uno spunto impressionante (349 CV e 700 Nm di coppia). Si parte da 82.850 euro, mentre il prezzo di Q5 PHEV va da 63.300 euro.
Un fine settimana all’insegna delle auto, quindi, ma anche dello sport e della biologia, con le prestigiose regate del Mondiale Star e le analisi del CNR di Oristano: sì, perché nonostante quell’acqua sia considerata tra le più belle al mondo, la plastica è ormai un dramma globale, a qualsiasi latitudine: «Il mare la disperde, la troviamo pure la Polo Nord», ci rivela il ricercatore Andrea De Lucia. «Se penso al rivestimento dei cavi elettrici o all’utilizzo negli ospedali, mi rendo conto che il problema non è la plastica in sé, ma come viene gestita. Dobbiamo modificare i comportamenti».
«Un tempo pensavamo solo che sporcasse le spiagge, oggi abbiamo capito che la plastica interagisce col sistema». D’altronde, esposta ai raggi UV e allo spray marino, si frammenta in pezzi sempre più piccoli: «Si parla di microplastiche quando le dimensioni sono inferiori ai 5 mm: la quantità di frammenti piccoli, che spesso non vediamo, è nettamente superiore alla quantità di frammenti grandi. E se analizziamo al microscopio alcuni piccoli organismi marini, ci rendiamo conto che hanno ingerito microplastiche: ecco che entrano così nella catena alimentare, sin dai gradini più bassi».
Insomma, il rischio di ritrovarcele nel piatto è notevole. «Un problema grave», ci conferma lo storico velista Paul Cayard al termine della regata. «Personalmente sono sempre rimasto colpito dalla quantità di plastica utilizzata dalle lavanderie. Basterebbe che ognuno si procurasse un porta abiti per ridurre lo spreco, io ho iniziato a farlo tanti anni fa». Semplici gesti, ma fondamentali per cambiare le abitudini: «Lo Yacht Club lo scorso anno ha eliminato 13mila bottiglie di plastica, mettendo l’acqua in contenitori riutilizzabili. Questa è la direzione, se vogliamo salvare il mare e il pianeta».
Piccoli passi verso un grande traguardo.