Jessica Mulroney, gli attacchi di panico dell’amica di Meghan Markle
Lei li chiama «terrori», sono in realtà attacchi di panico quello che colpiscono la migliore amica di Meghan Markle, Jessica Mulroney, che ne ha parlato in un recente post su Instagram. Ha raccontato la difficile convivenza con questi stati di ansia, un tema che la avvicina ancora di più all’amica e al marito che, con William e Kate, condividono l’impegno perché venga riconosciuto il tema della salute mentale.
La stilista, che ha conosciuto Meghan quando questa si è trasferita in Canada per girare Suits, ha raccontato di avere avuto per anni questo problema. «Ho passato anni nel buio fin da quando ero sedicenne. I medici dicono che è tutto nella mia testa. Gli attacchi di panico sono un incubo, io li chiamavo i terrori. Impossibile spiegare quanto sono debilitanti. Sappiate però: non durano per sempre. Potete cambiare le vostre risposte e fermare il panico del panico. Accettarli, riconoscerli è già una forma di resistenza».
Jessica Mulroney, nel post, indica un’associazione, Shoe Box Project, che aiuta donne che hanno problemi simili. «La vita con gli attacchi di panico può cambiare lentamente. Il panico alimenta il panico, bisogna focalizzare la mente e non vergognarsi. Non è una scelta avere questi problemi e conviverci è molto duro».
L’amica canadese della duchessa di Sussex condivide un progetto che è vicino ai tanti sostenuti dai figli di Diana e dalle rispettive mogli. Nel mese di maggio si sono riuniti per lanciare un nuovo servizio legato alla salute mentale: si chiama Shout ed è una linea messaggistica, privata e sempre aperta, che fornisce supporto alle persone in difficoltà. Sia i Cambridge che i Sussex hanno condiviso sui loro profili social due post che raccontano i lati positivi di questo prezioso servizio, che tocca una tematica che nella famiglia reale sta a cuore un po’ a tutti.
«Avere il coraggio di parlare, fa andare meglio le cose», ha dichiarato Harry, in occasione del Mental Health Awareness minute, ossia il minuto per la consapevolezza della salute mentale. «Solo cominciare a discuterne può fare la differenza», gli ha fatto eco William, «quando parli di qualcosa hai meno motivi di averne paura, di temerla».