A Mogol, al secolo Giulio Rapetti, il governo Conte piace. E lo sostiene, difendendolo dalle critiche. Il re dei parolieri musicali (di Battisti e molti altri), si sa, è una voce fuori dal coro degli artisti italiani, spesso allineati alla sinistra. Lui non si è mai nascosto e anche in questa occasione, un"intervista al quotidiano La Verità, ha detto la sua fuori dai denti.L"81enne milenese, infatti, si dice sostenitore del premier Giuseppe Conte e difende Matteo Salvini, soprattutto in relazione all"appello (autogol) antisalviniano fatto dalla rivista Rolling Stone Italia, che ha messo insieme - talvolta anche a loro insaputa - una schiera di artisti italiani per esprimere dissenso verso l"esecutivo giallo-verde e verso il leader leghista. In merito alla questione, Mogol ha etichettato il manifesto arcobaleno con un caustico "effetto gregge", per poi invitare i colleghi a non mischiare troppo politica e musica."Quando c"è un cambiamento il fuoco di sbarramento c"è sempre. Ma diamo tempo prima di giudicare. Se dopo due mesi si dice che è tutto sbagliato, vuol dire che si è già deciso prima" il Mogol pensiero, equilibrato e mite.