Esuberi Shein, dramma per i lavoratori: «Ora è un futuro senza più certezze»

STRADELLA. Hanno in media tra 35 e 40 anni, dopo la stabilizzazione hanno messo su famiglia e comprato casa, ma ora la notizia della chiusura a fine anno della logistica in cui lavorano ha improvvisamente messo in discussione il loro futuro.

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Sono gli operai e le operaie del magazzino di Shein, che giovedì mattina, dalle 6, hanno bloccato i due accessi al polo logistico Akno di Stradella per protestare contro la decisione del marchio cinese di sospendere l’attività a fine 2025, lasciando a casa circa 500 persone (tra tempi indeterminati e contratti a termine). Sostenuti dalle sigle sindacali Cgil, Cisl, Uil e Usb, i manifestanti hanno fermato i camion diretti a Shein e a Zooplus, i due magazzini gestiti dalla Fiege, che così sono rimasti incolonnati fuori dai magazzini. Due gazebi, qualche ombrellone da spiaggia, poi bibite e merendine per sconfiggere il caldo atroce dei piazzali, ma anche una cassa con un microfono per alleggerire un po’ la tensione. A sorvegliarli ci sono carabinieri, Digos e anche la polizia locale di Stradella.

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«Stiamo vivendo questo momento con grande tensione perché non abbiamo prospettive future – spiega Matteo Musetti, che lavora nel magazzino dall’apertura nel 2016 con Zalando ed è delegato sindacale Cgil -. È una storia già vissuta cinque anni fa, quando se ne era andata la commessa di Zalando, ma pensavamo che con l’ingresso di Fiege, che ci ha internalizzato nel 2022, non avremmo più visto questi scenari, invece siamo ancora punto e a capo». Sono una settantina i lavoratori storici, impiegati qui da dieci anni. In generale, l’età media è molto bassa, 35-40 anni, e la maggior parte abitano a Stradella, Broni e Comuni vicini, molti si sono trasferiti qui proprio perché lo scenario futuro sembrava tranquillo. «Ci sono tanti giovani, anche tante ragazze madri o persone con figli piccoli che hanno appena comprato casa qui nel territorio e hanno cambiato vita pensando di essere sicuri – aggiunge Musetti -. Il mondo della logistica è molto altalenante, ma un po’ di sicurezza pensavamo che una multinazionale tedesca come Fiege ce la potesse dare. Adesso siamo pronti a dare battaglia fino a che la situazione non si smuoverà e non avremo notizie certe sul nostro futuro».

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Anche i sindacati, confederali e di base, promettono battaglia: a partire da oggi, i lavoratori torneranno in magazzino, ma resterà lo stato di agitazione; e sarà proclamata un’altra giornata di sciopero l’8 luglio, in vista del nuovo incontro in prefettura. «Portiamo il disagio sociale in piazza, altrimenti la gente non si accorge nemmeno del problema – evidenzia Francesco Signorelli dell’Usb Lodi-Pavia -. Se non cambia qualcosa, dal 1° gennaio 2026 ci saranno 500 famiglie senza reddito: in questo magazzino lavorano anche marito e moglie o compagno e compagna, che quindi rimarranno entrambi senza occupazione. In questo momento non intendiamo parlare di contropartite economiche, ma dobbiamo pensare a salvare i posti di lavoro».

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Le trattative

Trovare un nuovo cliente che subentri a Shein nel magazzino, per garantire continuità occupazionale ai lavoratori. È quello a cui stanno lavorando i sindacati, insieme alla richiesta a Fiege di incentivi migliori per gli operai nel caso non si realizzasse una nuova prospettiva lavorativa.

«La speranza è che arrivi un nuovo cliente anche se il rischio è che comunque organizzi il lavoro con meno personale – sottolinea Sergio Antonini, segretario generale Filt Cgil Pavia -. Nel frattempo, al prossimo tavolo in prefettura, chiederemo nuove condizioni a Fiege perché quelle proposte finora, ovvero il ricollocamento in zona solo di una sessantina di lavoratori e gli altri a Novara o Bologna con un incentivo di appena 6mila euro, restano per noi irricevibili».

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Al momento non si sono trovati nuovi clienti, ma l’unica notizia ufficiosa è che la gestione dei resi lascerà Stradella, ma potrebbe essere mantenuta da un altro fornitore della zona. «Non possiamo più aspettare perché a fine anno avremo centinaia di famiglie senza uno stipendio – afferma Giovanni Rizzi della Fit Cisl Pavia Lodi -. Noi stiamo pressando da vicino l’azienda e chiediamo di avere al prossimo tavolo anche il cliente Shein per capire se possa esserci una qualunque chance di nuova prospettiva lavorativa per queste persone e, laddove non ci fosse, almeno trovare delle modalità di risarcire e accompagnare i lavoratori verso nuove opportunità».

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Chiedono «risposte immediate per i lavoratori» il Partito democratico provinciale e il circolo Pd Stradella: «Un comportamento inaccettabile da parte di un’azienda che, dopo aver beneficiato di un contesto favorevole in Italia, abbandona il territorio senza alcuna responsabilità sociale – attaccano il segretario provinciale Simone Marchesi e i dem locali -. Chiediamo con forza un intervento del governo e della Regione, che fino ad ora è rimasta in silenzio davanti a una delle tante crisi occupazionali che stanno colpendo la nostra provincia».

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