Cuorgnè-Ceresole: 60 anni tra fede, gioco e vocazioni Festa alle baracche
CUORGNÈ
Da sessant’anni le baracche del campeggio parrocchiale di borgata Villa a Ceresole rappresentano un importante punto di riferimento educativo, formativo e ricreativo per i giovani e le famiglie di Cuorgnè e non solo. Domenica 22, nella perla delle Alpi Graie, si terrà una grande festa alla quale è annunciata la presenza di centinaia di “amici delle baracche” e di sacerdoti che hanno svolto il loro ministero nella parrocchia di San Dalmazzo. Il programma prevede, alle 10, l’accoglienza e il benvenuto. Alle 11 sarà celebrata la messa. Seguiranno il pranzo e un pomeriggio all’insegna di giochi, musica e momenti di festa con animati e animatori.
Era il 1965 e vicario parrocchiale di Cuorgnè era don Piergiorgio Coccolo che, durante una gita a Ceresole, notò alcune baracche in legno che la ditta del commendator Pierino Mattioda aveva fatto costruire per i propri operai. Quelle strutture erano libere poiché i lavori erano stati ultimati. «Don Pier ebbe l’ispirazione dal Signore di interrogare il Mattioda figlio, ingegner Enzo, se fosse possibile avere in uso quelle baracche inutilizzate per un campeggio, e la risposta fu subito affermativa» si legge in un bollettino parrocchiale dell’aprile 1975. Si trattava di due o tre baracche che, nell’estate del 1965, accolsero i primi giovani di Cuorgnè, offrendo loro quindici giorni tra le montagne. Accanto a quelle della ditta Mattioda si trovavano le baracche dell’Azienda elettrica municipale di Torino, molto funzionali poiché dotate di luce, acqua, servizi igienici e camerette capaci di ospitare fino a cinquanta persone. Anche queste avevano esaurito il loro compito, essendo terminati i lavori dell’Aem.
Durante un incontro con il commendator Michele Genisio, canavesano doc, il canonico Cibrario sondò la possibilità di ottenere in uso per l’estate quelle baracche, che avrebbero consentito di ospitare un numero ancora maggiore di giovani e, successivamente, anche famiglie. La Curia di Torino, con l’arcivescovo cardinale Michele Pellegrino e monsignor Franco Peradotto, cuorgnatese d’origine, sostenne l’iniziativa, che per l’epoca rappresentava una vera sfida educativa.
Genisio, vicepresidente dell’Aem, offrì piena collaborazione: ne parlò con il direttore e ottenne l’autorizzazione a utilizzare le baracche da luglio a metà agosto, al simbolico prezzo di 5mila lire l’anno. Nel giugno 1972, la parrocchia acquistò circa 7mila metri quadrati di terreno, e nel maggio 1974 ottenne anche la proprietà delle baracche dismesse dell’Aem. Si realizzava così il sogno di tanti giovani: le baracche diventavano definitivamente della parrocchia.
Per acquistare terreno e baracche si spesero 13 milioni di lire, una somma significativa per l’epoca. Da allora, migliaia di bambini e ragazzi hanno frequentato il campeggio di Ceresole: oggi, molti di loro, ormai adulti e genitori, custodiscono quei momenti tra i ricordi più belli, legati a un tempo di spensieratezza e crescita umana e spirituale. In questi sessant’anni, numerosi interventi di restyling hanno reso il campeggio sempre più accogliente e funzionale, grazie al generoso impegno economico e pratico di tanti benefattori e volontari. Da quelle esperienze in alta quota sono nate vocazioni familiari, sacerdotali e al diaconato permanente.