Treni, in Regione Ivrea non è urgente
IVREA. «È la prima volta che capita da quando sono consigliere regionale». L’interrogazione di Alberto Avetta (Pd), sui ritardi e i disagi sulla linea Ivrea-Torino, per il presidente del Consiglio Davide Nicco non ha i caratteri dell’urgenza e va derubricata a interrogazione ordinaria. Tradotto, significa che scivola in un cassetto da cui sarà tirata fuori chissà quando. La domanda che poneva Avetta era semplice, chiedeva se «sia in agenda un incontro urgente tra assessorato ai Trasporti e Trenitalia per fare il punto su quanto successo e sulle possibili contromisure».L’interrogazione di Avetta origina da un fatto che rischiava di avere ripercussioni sull’amministrazione della giustizia eporediese.
Giovedì 12 il processo a buona parte dello Spresal dell’Asl/To4, in cui doveva essere audito un testimone importante, ha rischiato di saltare. «Il treno 2717, partito da Torino Porta Nuova alle ore 07:25 (con arrivo previsto a Ivrea alle ore 08.23) ha subito un importante rallentamento probabilmente causato da un guasto ad un passaggio a livello - spiega Avetta nell’interrogazione -. Il treno è stato fermato e poi soppresso in corrispondenza della stazione di Rodallo. Le ragioni della soppressione non sono state esplicitate dal personale ferroviario. Tutti i passeggeri del 2717 sono stati costretti ad attendere l’arrivo del treno 11356 proveniente da Chivasso che ha finalmente raggiunto Ivrea alle ore 09:30».
Avetta allora ha scritto nell’interrogazione che quel giorno il treno «2717 delle 07.25 trasportava viaggiatori che raggiungo Ivrea principalmente per ragioni di lavoro, in particolare si trattava di medici ed infermieri che lavorano in ospedale, di magistrati e personale amministrativo del tribunale e di persone che lavorano in altre aziende eporediesi. Come documentato dagli organi di informazione il ritardo accumulato sulla linea ferroviaria ha generato apprensione in ospedale per l’attesa del personale ed il rinvio delle udienze». In realtà quel giorno il 2717 ha rischiato di lasciare a piedi dei giudici del collegio del processo in tribunale a Ivrea. Un tribunale già gravato da mille carenze, a cui si aggiungono ora anche quelle dovute ai mezzi di trasporto.
L’interrogazione è stata derubricata perché il presidente Nicco ha ritenuto che non avesse i caratteri dell’urgenza in quanto presuppone un’azione su un ente esterno, cioè Trenitalia. Avetta però precisa: «Io ho chiesto soltanto se ci fosse un incontro in agenda. Basta rispondere con un sì o un no». «È evidente - prosegue il consigliere - che non si tratta di problematiche isolate, ma di un disservizio continuo, con ripercussioni serie sul tessuto professionale, produttivo e dei servizi di Ivrea e del Canavese. Per questo è “urgente” che la Regione incontri Trenitalia e definisca azioni tempestive e risolutive. La giunta Cirio purtroppo è di diverso avviso, con buona pace delle esigenze dei pazienti ricoverati all’ospedale in attesa di medici e infermieri, e di tutti coloro che devono raggiungere il posto di lavoro o di studio e delle tante e belle parole spese copiosamente per garantire l’attenzione allo sviluppo del Canavese. Una cosa è certa: noi su questa partita non molleremo di un centimetro».