Arnaldi e gli obiettivi per il 2026: “Giocare senza dolore e tornare al mio best ranking”
C’è chi è appena arrivato in Australia, chi atterrerà a pochi giorni dall’Australian Open, e poi c’è Matteo Arnaldi. Il 24enne di Sanremo si sta allenando da fine novembre nella terra dei canguri. Abbandonata la guida di Alessandro Petrone, e iniziato un nuovo percorso con Marcel du Coudray, l’attuale numero 61 al mondo si sta preparando in vista della prossima stagione, dopo che ha vissuto un 2025 con più ombre che luci. È però carico per partire al massimo nell’anno che sta per arrivare, per il quale ha già individuato gli obiettivi. Di questo e di altro Matteo ne ha parlato in un’intervista al podcast ufficiale dell’Australian Open.
D: Com’è andato l’ultimo anno?
Matteo Arnaldi: “E’ stato un anno difficile con molti infortuni. Ma sono felice di essere tornato qui (in Australia, ndr). È estate, mi sto allenando e sto recuperando. Spero di essere pronto per l’Australian Open. Quello è l’obiettivo. Spero di raggiungere la seconda settimana. Sono arrivato a fine novembre e qui ho svolto praticamente tutta la off season. Ho avuto qualche settimana libera a casa, ma stavo ancora recuperando e non potevo fare null’altro. Poi sono arrivato qui e all’inizio sono andato principalmente in palestra. Successivamente, sono tornato in campo provando a muovermi gradualmente. Si spera di essere pronti per Brisbane (in programma dal 4 all’11 gennaio, ndr)”.
D: Quali sono i tuoi obiettivi per il 2026?
Matteo Arnaldi: “Migliorare e tornare a giocare senza dolore. Vorrei poi tornare nella posizione in cui ero. Ho perso un po’ di posti. Ora sono circa numero 60 e l’anno scorso ero 30. Ho faticato un po’ tutto l’anno, a partire dal primo turno dell’Australian Open contro Lorenzo Musetti. Ho iniziato a sentire qualche fastidio al piede, ma non volevo fermarmi a inizio stagione. Quindi, sono andato avanti fino allo swing americano estivo. La stagione sulla terra è stata migliore da questo punto di vista, perché sul rosso gli appoggi non sono altrettanto impegnativi da gestire per il corpo”.
“Al Queen’s mi sono fatto male alla caviglia sinistra e non mi ha fatto bene, perché ho iniziato a sovraccaricare il piede destro. A Washington stavo male e allo US Open non ero in grado di giocare al meglio dei cinque set. Ero morto. In Asia ho continuato con gli antidolorifici, ma hanno iniziato a non fare più effetto. Lì ho capito che ero arrivato al limite. Non penso che abbia aiutato portarmi dietro questo infortunio, ma mi avevano detto che non sarebbe peggiorato così tanto anche se avessi continuato a giocare”.
D: Ora invece pensi di essere in una buona posizione per giocare una stagione australiana positiva?
Matteo Arnaldi: “Potevo fermarmi prima. A un certo punto, dopo la trasferta in Asia, ero oltre la settantesima posizione. Volevo però riavvicinarmi verso la sessantesima così da assicurarmi il tabellone principale a Brisbane e Adelaide ed essere più tranquillo. Ho giocato a Vienna e sono stato fortunato perché non stavo giocando così bene. Mi sono qualificato e sono arrivato al secondo turno. Poi mi sono fermato. Ogni tanto il piede mi fa ancora un po’ male. Stava diventando un dolore cronico. Ora non ho praticamente niente, ma il mio corpo era talmente abituato al dolore che ogni tanto lo avverte ancora”.