La storia dei fratelli d’Inzeo, leggende dell’equitazione, si lega a quella di Maria Sole Agnelli
di Massimo Arcangeli
Dal 1934, senza essere per questo costretto ad abbandonare il Genova Cavalleria, il suo reggimento di nuova assegnazione dopo il Piemonte Reale, Costante d’Inzeo viene incaricato dal Ministero della Guerra di costituire presso l’Accademia di Educazione Fisica della Farnesina, tra Ponte Milvio e Monte Mario, una pioneristica scuola di cavalleria di tipo prevalentemente civile, la Scuola di Equitazione Foro Mussolini, destinata al successo. Appena due anni dopo il numero degli allievi della “Farnesina”, voluta dal gerarca Renato Ricci e diretta da Mario Rodolfi, supera le 150 presenze fra cavalieri e amazzoni, e sono ben 90 i cavalli in scuderia.
Nella neonata scuola, a partire dall’anno scolastico 1936-1937, in un’epoca in cui i concorsi ippici erano ancora riservati a ufficiali e gentiluomini, Costante d’Inzeo impartisce lezioni ai figli Piero e Raimondo e ad altri futuri personaggi di successo: non solo campioni di sport equestri, da Fabrizio Finesi a Giulia Serventi (che non ha ancora compiuto sei anni quando il padre Clemente chiede a Costante di accoglierla a lezione), ma anche importanti dirigenti sportivi nel campo dell’equitazione come Maria Sole Agnelli, morta il 26 dicembre 2025, pochi mesi dopo il compimento del suo centesimo anno (era nata il 9 agosto 1925). Il suo ultimo traguardo, anche se, come ha detto tante volte lei stessa, detestava gareggiare: la sua vera passione, fin da bambina, era cavalcare, sulle ali del vento, in riva al mare.
Avevo intervistato Maria Sole Agnelli qualche mese fa nella sua tenuta di Torrimpietra, una frazione del comune di Fiumicino, e l’avevo trovata di una lucidità impressionante. In accompagnamento a questo testo c’è uno spezzone di quell’intervista, nella quale Maria Sole parla anche di Costante, il cui nome vero era Carlo, e dei suoi due figli. Piero era nato il 4 marzo 1923 a Roma, Raimondo l’8 febbraio 1925 a Poggio Mirteto, un paese sabino, a una ventina di chilometri dalla capitale, di cui era originaria la madre Zoraide, all’anagrafe Zenaide Linda (Paparelli), nata nel 1891. Raimondo era venuto al mondo nella casa della famiglia Paparelli in cui Costante e Zoraide, che erano andati lì per le feste natalizie del 1924, si erano lasciati convincere a restare fin dopo il parto da Carlotta, la mamma di Zoraide. Nella casa dei nonni materni, proprio al centro di Poggio Mirteto, l’intera famiglia d’Inzeo, stipata in una Balilla a tre marce, come avrebbe poi ricordato Piero, sarebbe poi tornata un’infinità di volte.
Dei due fratelli inimitabili, dai contrapposti temperamenti (aperto e gioviale il minore, chiuso e scontroso il maggiore), Maria Sole Agnelli mi dice nell’intervista come chiamasse Raimondo affettuosamente Rai e come Piero, che aveva un “pessimo carattere”, aggiunge, se ne risentisse. Di Costante, classe 1892, militare in carriera, Maria Sole, che ne ha un ricordo nitidissimo, menziona invece, in particolare, le grandi capacità organizzative.
Costante e Zoraide si erano incontrati per la prima volta in un campo d’arma della cavalleria militare, di quelli che erano allora frequenti in area sabina, e si erano sposati il 3 febbraio 1921. La loro abitazione consisteva allora di un appartamento romano di cinque stanze al quinto piano in viale Rossini, al quartiere Parioli di Roma, privo di impianto di riscaldamento, come tante altre case capitoline in quegli anni, e dove nelle mattinate invernali, per far fluire l’acqua congelata all’interno dei tubi che passavano allo scoperto, bisognava spesso dar fuoco alla carta e accostare quella torcia improvvisata alle tubature per riscaldarle.
A mezzogiorno i fratelli d’Inzeo, affacciandosi alla finestra della loro camera, guardavano spesso il padre allontanarsi al galoppo insieme al suo assistente, dopo aver pranzato, con indosso l’uniforme grigio-verde che amava indossare anche da civile. Già ben noto nell’ambiente ippico sportivo, Costante doveva raggiungere la caserma Macao in cui l’attendeva il Piemonte Reale.
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