Se le foto su Booking non sono uguali all’hotel, un giudice potrebbe chiedere il rimborso pieno
Quante volte è capitato che la stanza prenotata su Booking non avesse le stesse identiche caratteristiche una volta arrivati sul posto? Bene, una decisione del giudice di pace di Milano, Alexia Dulcetta, ha dato una speranza agli ospiti che non trovano delle corrispondenze con quello che hanno ordinato. Insomma, Booking come Wish per scimmiottare un meme molto celebre. Il giudice di Pace, infatti, ha condannato l’albergatore che aveva inserito delle foto non corrispondenti ai servizi della struttura al risarcimento completo dei sette giorni di vacanza prenotati a Vieste da un turista milanese.
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Annuncio su Booking non conforme alla realtà, la decisione del giudice di Pace
All’inizio, nel prenotare la sua vacanza, il turista aveva sfogliato una gallery molto accattivante: una bella piscina profonda e una zona palestra estremamente attrezzata. La descrizione aveva fatto il resto. Per questo aveva deciso di prenotare un soggiorno a Vieste di una settimana, al costo di 2.250 euro. Arrivato sul posto, la brutta sorpresa: secondo quanto affermato al giudice di Pace, la piscina non era affatto come quella in foto e anche la palestra aveva una carenza preoccupante di attrezzi.
È stato a quel punto che il turista ha deciso di abbandonare la struttura, chiedendo la restituzione della somma versata. L’albergatore aveva risposto che non avrebbe in alcun modo corrisposto l’intera cifra, spingendosi al massimo a offrire un parziale indennizzo. Il giudice di Pace, tuttavia, ha stabilito che era l’ospite ad avere ragione, prevedendo per l’albergatore la restituzione dell’intera cifra pattuita per la vacanza del 2018.
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