I tassi salgono, ma si può abbassare la rata del mutuo. Ecco come
Per chi ha oggi un mutuo a tasso variabile quello attuale potrebbe essere un momento difficile da superare. A fronte di tassi molto vantaggiosi offerti dalle banche fino al primo semestre dell’anno, oggi i mutuatari sono tutti consapevoli di andare incontro a importanti aumenti. Viene dunque da chiedersi se non sia quindi il momento di correre ai ripari, magari attraverso una surroga.
Panorama ha chiesto agli esperti di Facile.it, quale potrebbe essere il miglior modo per abbassare la rata mensile di questi tempi in cui la Bce è nel mezzo di una serie di rialzi dei tassi di interesse che non faranno altro che far salire gli esborsi mensili per chi ha un mutuo.
Certo, si tratta di trovare “un ago in un pagliaio” perché, con il costo del denaro in salita, trovare tassi più vantaggiosi non sarà facile.
Come abbassare, quindi, la rata mensile? Purtroppo, non esiste un metodo univoco che vada bene per tutte le tasche. Si potrebbe cercare di “dribblare” gli aumenti passando da un tasso variabile a uno fisso. Ma, in questo caso, andrebbe messo in conto, comunque, un aumento importante della rata. In alternativa, si potrebbe passare ad un variabile con cap, di quelli, per intenderci, che pongano un tetto agli aumenti in programma.
Ci sono, però, alcune, variabili importanti da tenere in conto. Come spiegano da Facile.it, “per chi è alle prese con una surroga, il primo consiglio è quello di valutare sia il tasso di interesse del proprio mutuo che quello offerto dalla banca o istituto di credito presso i quali si vuole trasferire il finanziamento in modo da verificare che l’opzione scelta sia effettivamente più vantaggiosa”, spiegano gli esperti. “Se si passa da un tasso variabile ad un fisso, bisogna mettere in conto un aumento del tasso di interesse a fronte della garanzia che la rata non potrà più variare. Se invece si sceglie di passare da un variabile ad un variabile con cap, bisogna fare attenzione, oltre al tasso di partenza, anche al tasso massimo; non deve essere troppo alta altrimenti l’opzione potrebbe risultare sconveniente. Nulla vieta di passare da un tasso variabile ad un altro tasso variabile, andando a scegliere una banca che offre condizioni più vantaggiose; in questo caso è bene fare attenzione allo spread applicato dalla banca e all’indice di riferimento cui il mutuo è agganciato (esistono diverse tipologie di Euribor, le più comuni sono a l’Euribor a 1 mese, 3 mesi e 6 mesi, ciascuno con valori differenti)”.
Ma non c’è, però, solo il tasso offerto dalla banca da prendere in considerazione quando si pensa a un nuovo mutuo. “Un altro elemento da tenere in considerazione quando si vuole surrogare è il piano di ammortamento del proprio mutuo e, in particolare, lo stato di avanzamento rispetto alla durata totale del finanziamento: più si va avanti nell’ammortamento, più il capitale da estinguere è minore e più gli interessi da pagare alla banca si alleggeriscono ed una surroga potrebbe non essere conveniente. Allo stesso modo, nel caso in cui il mutuo sia a tasso variabile, bisogna considerare che un eventuale rialzo dei tassi avrebbe un impatto meno rilevante sulle rate”.
Come muoversi, quindi? “Una strategia per ridurre la rata mensile – questo vale sia in caso di surroga, sia in generale – è quello di allungare la durata del finanziamento; si pagheranno interessi maggiori ma il peso della rata mensile sarà inevitabilmente più basso. Se, ad esempio, si sta valutando di passare da un variabile ad un fisso, scegliere di allungare il piano di ammortamento potrebbe aiutare a contenere la rata mensile”.
C’è poi un’altra soluzione che si potrebbe tenere in considerazione, quella del rimborso totale o parziale del capitale. “Se per vari motivi la surroga non è la soluzione più adatta”, ricordano da Facile.it, “è possibile comunque cercare di alleggerire la rata del mutuo rimborsando il capitale: se si ha della liquidità da parte, quindi, può essere vantaggioso utilizzarla per un’estinzione parziale del finanziamento, ovvero il versamento di una determinata somma alla banca, la quale scalerà questo importo dal debito residuo, andando ad incidere sull’importo mensile della rata”.