Uccise la moglie a coltellate, processo a febbraio per il 44enne Paolo Castellani
Comparirà dinanzi ai giudici della Corte d’Assise per l’omicidio della moglie Elisabetta Molaro: vivo in un incubo, voglio che finisca prima possibile
CODROIPO. Comincerà i primi giorni di febbraio il processo a carico del 45enne di Codroipo Paolo Castellani per l’omicidio della moglie Elisabetta Molaro, uccisa la notte del 15 giugno con 57 coltellate nella villetta in via Delle Acacie dove i coniugi risiedevano.
L’udienza preliminare era stata fissata per la mattinata di martedì 20 dicembre dinanzi al gup del tribunale di Udine Carlotta Silva, ma è stata cancellata su richiesta dello stesso imputato, assistito dagli avvocati Paolo e Alice Bevilacqua del foro di Gorizia.
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Una scelta processuale dettata dalla precisa intenzione di accelerare i tempi processuali. Va detto che fino al 2 aprile 2019, il rito abbreviato poteva essere richiesto da tutti gli imputati, indipendentemente dal reato contestato. Da allora è intervenuta la riforma che, di fatto, preclude i riti alternativi per i reati puniti con la pena massima, cioè l’ergastolo. «Di fatto quindi – spiegano i difensori, che hanno concordato con il proprio assistito la scelta difensiva – l’udienza preliminare risultava essere un mero passaggio formale attraverso il quale non sarebbe stato possibile chiedere il rito alternativo, né sollecitare istanze istruttorie».
Trattandosi di un imputato, reo confesso, trattenuto in carcere con scelta del rito immediato, verrà trattato, con ogni probabilità, a partire dalla prima sessione della Corte d’Assise, calendarizzata per il 2 febbraio 2023. «Voglio che finisca prima possibile» ha spiegato infatti ai suoi legali Paolo Castellani che ha riferito di essersi ritrovato a vivere in un «incubo costante» e che, all’interno del carcere di Belluno dove è rinchiuso, ha iniziato un percorso terapeutico che lo vede costantemente monitorato dal punto di vista psicologico.
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Fino ad ora, non sono giunte – né la difesa, né la Procura – richieste di sottoporre Castellani a una perizia psichiatrica per vagliare la sua capacità di intendere e di volere. L’ex magazziniere codroipese ha manifestato l’intenzione di assumersi pienamente le responsabilità delle proprie azioni. Il suo pensiero fisso, ora, è rivolto alle due figlie, rimaste senza padre e madre, alle quali voleva poter inviare una lettera. Una richiesta che non è stata accolta.
Dovrà presentarsi in Corte d’Assise, dinanzi a sei giudici popolari più i supplenti, oltre a quelli togati. L’avvocato Federica Tosel rappresenterà la famiglia della vittima, costituitasi parte civile come pure l’associazione “I nostri diritti Onlus”. —
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