Una casa, un cuore: i 200 anni del Sociale di Mantova nel nome del talento
foto da Quotidiani locali
Una casa e un cuore. Sono i simboli scelti per abbracciare idealmente il Teatro Sociale nel suo Bicentenario, celebrato con il concerto-evento dell'orchestra da Camera di Mantova e impreziosito dalla presenza speciale del soprano Eleonora Buratto, madrina dell'evento tornata a casa – appunto – dopo gli ultimi successi internazionali.
«Il Teatro Sociale è una porta alla bellezza della città, un polo culturale e sociale per Mantova da duecento anni», ha detto il presidente del teatro Paolo Protti dopo aver accolto il pubblico in sala augurandogli un «benvenuto nella nostra casa».
«Il teatro è il cuore di una città – ha proseguito, affiancato dal sindaco Mattia Palazzi e dalla presidente della Fondazione Umberto Artioli Federica Restani – Se il teatro vive e lavora, tutta la città batte allo stesso ritmo».
Una visione condivisa dal primo cittadino Palazzi: «Tre anni fa abbiamo iniziato un nuovo rapporto con il Sociale con l'obiettivo di rilanciarlo. Siamo passati dai diciannove eventi del 2019 agli oltre cinquanta di quest'anno. È la nostra identità e l'obiettivo è quello di portare, ogni settimana, centinaia di persone di tutte le età a vivere il nostro teatro».
«Si realizza il sogno di avere una casa dove poter rappresentare la cultura - ha aggiunto Restani - È una casa sia fisica che psicologica, potremmo dire. L'intento è che qui dentro avvengano sempre dialogo, condivisione e soprattutto un'esperienza di bellezza».
Quindi, spazio alla musica e all'aggiunta di nuove emozioni a quelle vissute in due secoli di storia, tra queste poltroncine di velluto rosso e tra le tavole di legno del palcoscenico.
Tra il pubblico, nel palco d'onore, il maestro Leone Magiera, pianista e direttore d'orchestra, che nella sua prestigiosa e lunga carriera tra l'altro ha accompagnato gli esordi di Pavarotti, e Francesca Campogalliani, figlia del grande compositore Ettore.
Il programma musicale ha messo insieme quattro brani tutti composti nel 1822, eseguiti dall'Orchestra da Camera di Mantova sotto la direzione del maestro Aldo Sisillo.
Quello della fondazione del massimo cittadino, infatti, è stato un anno d'oro per la storia della musica, come dimostrano la presenza in scaletta di Beethoven, Schubert, Rossini e Donizetti. Sull'aria di Gaetano Donizetti “Piangete voi? … Al dolce guidami” da “Anna Bolena” l'atteso arrivo della madrina Eleonora Buratto, accompagnata da affettuosi applausi.
La cantante, che inaugurerà il Maggio Fiorentino, ha espresso tutto il suo calore per il Sociale («tornerò con piacere su questo palco ogni volta che ne avrò la possibilità») e la promessa di tornare a cantare qui ogni volta che sarà possibile. Per poi salutare il pubblico con una sorpresa: il bis dedicato a Pavarotti, Mirella Freni ma anche a Magiera e Campogalliani “Mi chiamano Mimì” dalla "Bohème".