Elena, portalettere e mamma: «È la storia della mia famiglia»

Portalettere, mamma, veneziana. Elena D’Este è nata a San Polo, vive ora a Cannaregio con il compagno (anche lui portalettere) ed un bimbo di tre anni. «Sono stata sei anni a Londra per imparare l’inglese», racconta, «poi sono rientrata e mi sono messa in cerca di lavoro. Le Poste d’altronde fanno parte della storia della mia famiglia, mia madre, mio zio, un nonno. È stata proprio mia madre a suggerirmi di fare domanda».

Elena non si è tirata indietro, ha lavorato prima con un contratto a termine, poi ha avuto la possibilità di entrare a tempo indeterminato.

«Nel mio ufficio al Tronchetto ho conosciuto anche il mio compagno», continua, «Non è semplice organizzare la mattina in funzione delle esigenze del piccolo, ma è uno sforzo che facciamo volentieri perché nel pomeriggio e di sera riusciamo ad essere tutti assieme. È un mestiere che ci dà il tempo di vivere».

È facile intercettare Elena con il carrello, su e giù per i ponti, oppure facendosi largo tra i turisti. «Noi portalettere siamo come degli uffici informazioni ambulanti, ci chiedono di tutto», racconta.

La storia di Elena, in vista della festa della mamma di domani, è l’occasione per Poste Italiane di ricordare l’impegno per la parità di genere. Poste Italiane è un’azienda composta in prevalenza da donne.

Sono oltre il 50 per cento anche a Venezia e provincia, con punte superiori al 60 per cento negli uffici postali ed una presenza rilevante anche nel recapito della corrispondenza. Sempre a Venezia poi, più della metà delle 900 donne che lavorano negli uffici postali e nei centri di recapito hanno dei figli.

Questi numeri confermano l’impegno dell’Azienda nelle politiche di parità di genere, della diversità e dell’inclusione: nel 2024 Poste Italiane ha ottenuto per il quinto anno consecutivo, la certificazione “Top Employers” per la qualità delle politiche in tema di organizzazione e valorizzazione delle risorse umane.