Cambiare allenatore in corso d'opera serve? Si direbbe poco, guardando l'esperienza dell'attuale serie A. I tecnici si mandano via perché è una mossa relativamente facile e relativamente costosa. I presidenti ci provano, non potendo cambiare mezza squadra o non volendo riaprire il portafogli a gennaio, ma non è detto che funzioni.Il cambio della guida tecnica è un fenomeno tutto italiano, se si pensa che dagli anni '90 a oggi anche molte delle big ne hanno fatto abuso. Con il caso limite del patron Zamparini, 44 tecnici a busta paga tra esoneri e ritorni.E mentre i dirigenti di alcune squadre di vertice (Lazio, Milan e Roma) iniziano a guardarsi intorno, il presidente veneto del Palermo potrebbe essere protagonista di un nuovo controribaltone: Beppe Iachini, allenatore per 776 giorni dei siciliani (un record per Zamparini) ed esonerato l'8 novembre scorso nonostante la vittoria sul Chievo, starebbe per tornare al suo posto. Con il suo sostituto Ballardini il Palermo non si è mai rialzato: esonero vicino? Un altro patron vulcanico, Ferrero, sta pagando il cambio in panchina: Zenga era stato esonerato il 10 novembre, dopo la sconfitta contro la Fiorentina (2-0), pagando lo scarso feeling con i tifosi, l'eliminazione dai playoff di Europa League e lo scarso utilizzo di Cassano. Ma in 3 gare con Montella, zero punti conquistati e 8 gol subiti. A Genova però Zenga non potrà tornare: ha già firmato un contratto di 6 mesi con l'Al-Shaab.Prima di loro il Carpi, con la vicenda di Castori, il tecnico della storica promozione messo alla porta dal patron Bonacini. Salvo poi essere richiamato al posto di Sannino, una vittoria in 5 partite. Chissà se Gigi Delneri - subentrato a Mandorlini - riuscirà a Verona a sfatare il tabù della maledizione del cambio panchina. L'unica eccezione resta così Roberto Donadoni, che ha fatto risorgere il Bologna: 10 punti in 5 gare. Non male per un tecnico uscito dallo choc di Parma, retrocesso e fallito. Ma all'ex ct le sfide difficili sono sempre piaciute...