Incendio in casa, Cuorgnè si stringe alla famiglia Galati: «Giuseppe stimato e gentile con tutti»
CUORGNE’. Quando dalla centrale operativa del 112 la mattina di Natale è arrivata la chiamata per un’esplosione in un'abitazione della vicina Via Trione, i volontari della Croce rossa italiana di Cuorgnè come sempre sono saliti in fretta sull'ambulanza per raggiungere il prima possibile il luogo dell’incidente, a poche centinaia di metri dalla sede. Non immaginavano certamente che la persona da soccorrere, coinvolta nell'incidente domestico ed apparsa subito in gravissime condizioni, fosse un collega, uno dei volontari storici del sodalizio che ha sede al fondo di Via Trione. Giuseppe Galati, per tutti Pippo, 76 anni, era una persona affabile e sempre pronta ad aiutare gli altri.
«Nel 2010 era diventato volontario nella Croce rossa di Cuorgnè in quanto, raggiunta l'età della pensione, sentiva il desiderio di rendersi utile nella nostra associazione come operatore del trasporto infermi – confida il presidente della sezione locale Luciano Colombatto, visibilmente commosso –. Pippo non gradiva effettuare servizi in ambulanza, preferiva il trasporto in singolo in auto. Fu così che nella primavera del 2014, anch'io alle prime armi come volontario, riuscii a convincerlo ad affiancarmi a lui per effettuare il mio primo servizio per la dimissione di un paziente dializzato dall'ospedale di Ivrea. Ricordo ancora bene quei momenti».
«La sua presenza nella nostra sede era pressoché quotidiana, anche perché abitava vicinissimo a noi – prosegue Colombatto –. All'inizio del 2024, Galati aveva avuto alcuni problemi di salute e di conseguenza aveva ridotto man mano la sua attività. Sì, fino a sospenderla del tutto rimanendo, però, sempre in contatto con noi. Venerdì 19 dicembre aveva partecipato anche lui alla nostra tradizionale cena di Natale e ci eravamo scambiati gli auguri per le festività natalizie. La tragedia che ha colpito lui e i suoi familiari è stata di una violenza devastante e Pippo non ce l'ha fatta a vincere quest'ultima battaglia, ma il suo ricordo resterà sempre vivo nei nostri cuori».
La speranza è rimasta viva tutto il giorno, anche se le condizioni di Galati erano apparse gravissime sin da subito. Sono ancora in corso gli accertamenti per stabilire le cause che hanno portato all’esplosione e all’incendio, ma i soccorsi sono stati immediati, così come la presenza, sul luogo dell’incidente, degli amministratori comunali. «Purtroppo il cuore del nostro concittadino Pippo ha smesso di battere nel tardo pomeriggio del 25 dicembre e l’amministrazione comunale di Cuorgnè e la sua comunità si stringono alla moglie Maria e ai suoi figli – ha commentato la sindaca Giovanna Cresto, accorsa in via Trione intorno alle 7 –. Quando ricevi certe chiamate non puoi far altro che sperare che non sia troppo grave, poi andare, perché non importa se è Natale, se fuori è buio, se piove e fa freddo. Bisogna andare perché è la gente di Cuorgnè ad aver bisogno. E lì professionisti e volontari sono al lavoro per aiutare, per salvare e consigliare. Ringrazio il personale del 118, i sanitari dell’ospedale di Cuorgnè e del Cto, i vigili del fuoco e i carabinieri per il loro costante contributo, ma anche la polizia municipale e il servizio tecnico per il supporto dato in questa terribile situazione. Il nostro pensiero e le nostre preghiere vanno a Pippo e alla sua famiglia».
Giuseppe Galati, ora in pensione, aveva lavorato alla Federal Mogul, la ex Trione di Cuorgnè, mentre la moglie Maria è un’insegnante in pensione della scuola primaria Aldo Peno e la figlia Simona insegna alla secondaria di primo grado Giovanni Cena di Cuorgnè. La figlia è stata la prima a essere dimessa dall’ospedale cittadino, qualche ora più tardi è toccato anche alla mamma. Ad attenderle c’era l’altro figlio di Galati, Luca, poi la terribile notizia. «Giuseppe Galati era un cittadino molto apprezzato, rispettato da tutti, sempre gentile e disponibile – continua la prima cittadina –. Aveva avuto dei problemi di salute, ma ora stava meglio e la tragedia che l’ha colpito è un momento difficile per tutta la città. Un pensiero va anche ai volontari della Croce rossa che sono accorsi con un’ambulanza e poi si sono resi conto che la persona coinvolta faceva parte del loro gruppo. Sono state ore difficili, in cui è stato fondamentale l’apporto di tutti. Durante le operazioni è stato anche allestito un piccolo quartier generale nell’ufficio delle onoranze funebri Mattioda: tutti si sono adoperati per dare una mano in questa tragica situazione».
(Ha collaborato Chiara Cortese)