Alberto Trentini, tante iniziative per chiederne la liberazione: forse bisognerebbe fare come la Francia
Le lettrici e i lettori del Fatto conoscono nel dettaglio la triste vicenda di Alberto Trentini, perché hanno letto le cronache di Estefano Tamburrini, giornalista italo-venezuelano, profondo conoscitore di ogni vicenda del Venezuela di Maduro, instancabile difensore dei diritti umani e civili.
Alberto, cooperante veneziano, è in carcere da oltre 400 giorni, ha appena trascorso il suo secondo Natale in carcere, si appresta a salutare il nuovo anno dalla galera di El Rodeo, uno dei peggiori esistenti in quel paese.
La mamma, Armanda Colusso Trentini, assistita minuto per minuto da Alessandra Ballerini che difende anche le famiglie Regeni, Paciolla, Rocchelli, continua a lanciare appelli alle istituzioni, al governo, ai media affinché Alberto non sia dimenticato in carcere, archiviato dalla politica e dalla memoria collettiva.
Le sue parole hanno trovato una autorevole interprete nella lettura di Ottavia Piccolo, presidente di Articolo 21 a Venezia e impegnata anche in questa difficile campagna civile.
Nei giorni scorsi, per la terza volta, il presidente Mattarella ha chiamato la famiglia Trentini, manifestando affetto e solidarietà. Il governo, sino ad oggi, non ha trovato il canale giusto, anche perché l’Italia riconosce i governi di Libia, Iran, Egitto, ma non del Venezuela. Neppure la Francia riconosce la legittimità della elezione di Maduro, ma almeno ha avuto la dignità di prendere le distanze dalle minacce di invasione, unilaterale e illegale, da parte degli Stati Uniti: in questo modo hanno liberato i loro ostaggi. L’Italia, invece, non ha aperto bocca, forse temendo di disturbare Trump e Rubio, desiderosi di rimettere le mani sul petrolio.
Intanto i giorni passano e crescono il dolore e l’angoscia di Armanda ed Ezio, i suoi genitori, e dei suoi amici impegnati a promuovere iniziative quotidiane; tra queste un lunghissimo digiuno a staffetta. Per queste ragioni l’associazione Articolo 21, di intesa con la famiglia, con i legali, con il comune di Assisi, ha convocato per il primo gennaio alle ore 12 l’iniziativa “Liberate Alberto Trentini”: saranno aperti gli striscioni a lui dedicati, sarà letta una lettera della mamma rivolta a tutta la comunità nazionale e un messaggio inviato a Papa Leone.
Allo stesso modo a Catania, in occasione della marcia per la pace promossa dalla Conferenza episcopale, sarà Don Luigi Ciotti a ricordare Alberto e a invitare credenti e non credenti a considerare Alberto “un amico, un fratello, un figlio nostro”.
“Prima gli italiani” ci hanno promesso prima delle ultime elezioni. Vale anche per Alberto Trentini?
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