Deroga chiesta senza motivo: altre 14 aziende segnalate
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La Cgil presenta in prefettura un nuovo elenco di furbetti delle autocertificazioni. Accordo per l’anticipo cassa Covid da parte delle banche: sindacati soddisfatti
MANTOVA. L’avevano detto: «Siamo pronti a smascherare tutte le autocertificazioni borderline messe in campo dai datori di lavoro». Ed è quanto sta accadendo. Alle prime quindici denunce della scorsa settimana, nella serata di ieri se ne sono aggiunte altre 14 a firma della segreteria Cgil. Quattordici segnalazioni al prefetto per altrettante aziende che hanno chiesto la deroga al blocca-fabbriche «adducendo pretestuosi legami con filiere essenziali – spiega il segretario generale Daniele Soffiati – e che non giustificano comunque la presenza di tutti gli addetti sul luogo di lavoro».
altri 14 furbetti smascherati
Si tratta di 7 aziende metalmeccaniche, 4 del settore chimico-gommaplastica, un’impresa edile, una del commercio e una dell’alimentare. Fanno parte di quel migliaio abbondante di imprese mantovane che, escluse dall’elenco delle “essenziali” autorizzate a produrre, si sono appellate a un comma del decreto governativo del 22 marzo per comunicare la prosecuzione della propria attività in quanto «funzionale ad assicurare la continuità» delle filiere consentite. Un fiume di comunicazioni che ha sommerso la prefettura dove le istruttorie proseguono e al momento vedono il conto delle deroghe autorizzate fermo a 266.
corsa alle Deroghe
Una corsa all’autocertificazione dettata anche dall’ormai certo posticipo del blocca-fabbriche, che dovrebbe scadere venerdì, e dalla frenesia di ripartire sulla base dei primi timidi segnali incoraggianti sul fronte contagi. Prospettiva che non lascia tranquilli i sindacati. «La possibilità di deroga – commenta il segretario della Cisl Dino Perboni – vanifica l’obiettivo del fermo di tutto ciò che non è essenziale per contenere il coronavirus». «Purtroppo – aggiunge il segretario Uil Paolo Soncini – stiamo assistendo ad una moltiplicazione delle richieste di deroga per lo svolgimento di attività secondarie quando al primo posto dovrebbe esserci solo la salute e la sicurezza del lavoratore che non deve in nessun modo essere barattato con il profitto».
anticipo cassa per 32mila
Intanto l’intesa siglata a Roma tra Abi, parti sociali e ministro del Lavoro consente alle banche di anticipare la cassa integrazione Covid-19 che al momento riguarda 32mila lavoratori mantovani. «Laddove possibile, continuiamo a chiedere l'anticipo della cassa integrazione alle aziende– commenta Soffiati – Dove però non ci sono le condizioni, l'anticipazione da parte delle banche rappresenta un importante strumento per affrontare questo terribile periodo di difficoltà. Auspichiamo che anche nella nostra provincia quante più banche possibili aderiscano all'intesa, rendendo l'anticipazione facilmente accessibile ai lavoratori». Un’intesa «molto importante – sottolinea Perboni – perché rende immediato lo stanziamento di ammortizzatori sociali straordinari, atti a sostenere la liquidità dei lavoratori colpiti dalle restrizioni imposte per il contrasto alla diffusione del virus Covid-19». Un altro «importante tassello per la tutela economica dei lavoratori in questa fase di drammatica emergenza sanitaria» anche per Soncini: «In questa delicata fase bisogna porre le basi per far fronte anche alle gravi ripercussioni economiche e sociali. Stiamo combattendo una guerra: ci vuole e ci vorrà un’economia da ricostruzione». —
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