Il plasma entra nelle case di riposo: parte una nuova sperimentazione
![Il plasma entra nelle case di riposo: parte una nuova sperimentazione](https://gazzettadimantova.gelocal.it/image/contentid/policy:1.38864301:1589912259/stra.jpg)
Accordo tra Asst e Green Park per curare 120 ospiti Covid. Ad occuparsene saranno le équipe di Franchini e De Donno
MANTOVA. Il plasma iperimmune diventerà una cura anche per gli anziani ospiti delle Rsa. Il comitato etico dell’Ats ha dato il via libera all’Asst per una nuova sperimentazione condotta dalle équipe del primario di Immunoematologia e medicina trasfusionale Massimo Franchini e del primario di pneumologia Giuseppe De Donno che coinvolgerà, per ora, 120 anziani ospiti della casa di riposo Green Park del gruppo Salus di Guerrino Nicchio. L’ospedale Carlo Poma torna, dunque, in prima linea nella cura dei pazienti contagiati dal Covid-19.
La presentazione è avvenuta martedì 19 maggio via Facebook da parte del direttore generale dell’Asst di Mantova Raffaello Stradoni e dei due medici che hanno avviato l’utilizzo del plasma dei guariti per guarire, a loro volta, gli ammalati gravi. «La sperimentazione autorizzata dal comitato etico - ha esordito il direttore - si basa sulla possibilità di individuare pazienti anziani che possano beneficiare del plasma. La sperimentazione è aperta a tutte le Rsa, la prima che ha dato disponibilità è stata Green Park». Lo studio si chiamerà Rescue, ha annunciato Franchini, «un’idea - ha precisato - sviluppata con i colleghi del San Matteo di Pavia che parte dalla constatazione che nelle Rsa permane ancora una situazione di criticità per molti pazienti positivi».
Il protocollo prevede un monitoraggio delle condizioni cliniche dei positivi per individuare i pazienti Covid-19 che possono ricevere benefici dall’infusione del plasma. I pazienti verranno ricoverati per poche ore al Poma dove riceveranno la cura; dopodichè faranno ritorno in casa di riposo. Le loro condizioni saranno poi tenute sotto controllo costantemente per capire la risposta alla terapia. Claudia Glingani, dell’équipe di Franchini, gestirà il protocollo, mentre De Donno e la sua squadra selezioneranno i pazienti.
«È una sperimentazione bellissima - ha sottolineato De Donno - dal punto di vista etico perché ci permette di salvaguardare la nostra memoria storica. A noi pneumologi toccherà individuare i soggetti da sottoporre alla sperimentazione, che dovranno essere in condizione di insufficienza respiratoria non gravissima. Vogliamo intervenire in fase precoce per evitare che gli anziani vadano in ospedale. Il nostro, poi, sarà uno studio non solo infettivologico e virologico. Per questo collaboreremo con l’ospedale Careggi di Firenze, strutture di endocrinologia e andrologia: vogliamo, infatti, approfondire la patogenesi dell’infezione tra la popolazione anziana. È un progetto che ha una finalità curativa e di studio».
«La sinergia tra ospedale e Rsa à fondamentale per dare risposte concrete al mondo degli anziani» ha fatto eco Nicchio, mentre Angela Bellani, direttore dipartimento fragilità di Asst, ha ricordato il protocollo sottoscritto con Apromea e Uneba per trasferire l’esperienza ospedaliera all’interno delle case di riposo per la lotta al Covid.