Primo focolaio Covid nel Mantovano: per ora 12 positivi nel salumificio
MANTOVA. Il numero definitivo dei contagiati è arrivato finora a 15 soggetti (12 lavoratori e 3 familiari) e quindi stando a questi risultati quello di Viadana di queste ultime ore può essere definito il primo vero focolaio Covid-19 in provincia di Mantova riferito a soggetti mobili, oltre a qualche precedente residuale nelle Rsa (soggetti non mobili). Una doccia fredda per il Mantovano, quando tutti speravano in una minore diffusione del coronavirus.
Ma per sapere con certezza se si tratti di un cluster partito da quattro persone positive di una stessa famiglia, e soprattutto da uno di loro dipendente di un salumificio viadanese, bisognerà attendere ancora qualche ora, ovvero le conclusioni definitive dell’indagine epidemiologica subito fatta scattare a tappeto dall’Ats Val Padana. All’appello mancherebbe infatti ancora qualche dipendente fuori sede e subito rintracciato per essere sottoposto a tampone. L’Agenzia di tutela della salute, in accordo con il medico competente aziendale, ha infatti deciso di eseguire il tampone su tutti i dipendenti dei due siti produttivi del salumificio di Viadana, dove lavora un membro di quella famiglia, e su tutti i contatti sociali stretti ed extra lavorativi.
A conti fatti si parla di quasi 150 test in poche ore, quasi tutti ormai processati. L’Ats Val Padana non ha certamente perso tempo avviando subito ieri pomeriggio l’indagine epidemiologica. Al momento la certezza è costituita dal fatto che un membro della famiglia che lavora nel salumificio viadanese nelle scorse ore è stato visitato al pronto soccorso dell’ospedale di Guastalla dove è stata fatta diagnosi di Covid-19 dopo esecuzione del tampone. A quel punto lavorando in un’azienda con un elevato numero di dipendenti l’Ats ha subito avviato l’indagine sia tra i famigliari, i contatti stretti extra lavorativi e i colleghi di lavoro. L’attività messa in capo da Ats attraverso le inchieste epidemiologiche sia in ambito famigliare che lavorativo ha consentito una prima individuazione di casi e contatti stretti tra i dipendenti (15 già posti in isolamento e sottoposti a tampone, 9 dei quali sono risultati positivi e 6 negativi).
Successivamente sono state attivate le Unità Speciale di Continuità Assistenziale di Viadana e Bozzolo (istituite da Ats per potenziare i servizi territoriali nel corso dell’emergenza pandemica) e in collaborazione con l’Asst di Cremona e in accordo con il medico competente del salumificio, è stata eseguita un’attività di screening a tappeto all’interno dello stabilimento, che ha riguardato altri 139 addetti, i quali, pur non essendo cosiddetti “contatti stretti” dei casi, sono stati sottoposti a tampone. Di questi due sono risultati positivi ed uno debolmente positivo. L’Ats ha già effettuato anche un’apposita ispezione presso il salumificio, tramite il servizio PSal (Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro) e non sono state riscontrate irregolarità né nella gestione delle lavorazioni né nell’organizzazione del lavoro in tema di sicurezza Covid. Le azioni di controllo e monitoraggio sul salumificio di Viadana continuano attivamente, a seguito dell’esito delle ultime analisi sui tamponi.
Nell'ultima settimana epidemiologica, che costituisce una sorta di unità di misura, e contando fino a una decina di giorni indietro a Viadana ci sono stati altri 10 casi. E’ certo comunque che da sempre Viadana è stata osservata speciale per la vicinanza con il territorio cremonese dove le dimensioni del fenomeno coronavirus hanno avuto numeri pari al doppio del Mantovano. E come sostengono i tecnici “più cerchi e più trovi”. E a Viadana c’è sempre stato un livello di attenzione e ricerca molto alto. Attenzione soprattutto in alcuni settori lavorativi dove la densità di lavoratori e la promiscuità è più alta di altri. —