Spese e soste al bar in servizio: condannato a Mantova il messo comunale
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La sentenza: nove mesi con sospensione della pena. Ora lo attende il processo civile: dovrà risarcire il Comune
SAn GIORGIO BIGARELLO. A denunciarlo era stata l’ex sindaco di Bigarello, Barbara Chilesi – oggi vice sindaco del comune di San Giorgio Bigarello – che si era anche costituita parte civile. Il problema erano, stando a quello che il primo cittadino aveva raccontato agli investigatori della polizia di stato, le ripetute e prolungate assenze del messo comunale durante il servizio. Gli agenti si erano messi al lavoro e avevano cominciato subito a controllarlo. Questo l’avvio dell’iter giudiziario cheha portato alla condanna di Maurizio Cappellari, 57 anni, messo comunale. Il collegio di giudici incaricato di emettere la sentenza per l’accusa di peculato (così il linguaggio giuridico chiama l’appropriazione indebita di beni disponibili sul lavoro commessa dai dipendenti pubblici) ha condannato l’ex messo a nove mesi di reclusione concedendogli la sospensione condizionale della pena. I giudici hanno previsto per lui anche il pagamento di una provvisionale di mille euro da liquidare alla parte lesa a cui spetterà anche un risarcimento dei danni da stabilire in sede di processo civile.
Maurizio Cappellari era accusato di essersi più volte appropriato dell’auto di servizio che il Comune gli aveva assegnato per raggiungere destinazioni del tutto estranee al servizio. E quindi di avere consumato il carburante pagato dall’amministrazione per percorrere parecchi chilometri, in alcune occasioni anche fuori dal territorio comunale.
Il primo episodio che la Procura gli ha contestato risale al 15 febbraio 2016. Quella mattina il messo era uscito poco prima delle nove con la Fiat Punto di servizio e si era fermato da un venditore ambulante per acquistare un mazzo di fiori poi depositato sull’auto della comandante della polizia locale. Quindi era ripartito e aveva raggiunto Castelbelforte. Qui si era fermato nel retro di una stazione di servizio dov’era rimasto per un’ora e un quarto, pur senza avere alcun incarico in loco. Seguito a distanza dalla polizia, allo scopo di raccogliere prove, nei giorni seguenti, sempre in orario di lavoro, aveva incontrato persone, fatto operazioni personali in banca, soste al bar e spese in un negozio di ferramenta.