A Mantova è già corsa a vaccinarsi contro l'influenza, ma mancano le dosi per le farmacie
Per ora disponibili solo per le fasce protette. Ordine e Federfarma in allarme: dovrebbero farlo tutti
MANTOVA. «Non sappiamo se e quante dosi ci verranno consegnate, ma se vuole possiamo segnarci la sua prenotazione... nel caso la chiamiamo»: la risposta è sempre la stessa, ma d’altronde è anche l’unica possibile. Mentre il tam tam medico mediatico da mesi insiste sulla necessità che tutti gli italiani si vaccinino contro la prossima influenza stagionale, basta un giro per le farmacie di città per scoprire che anche volendo non sarà così facile per chi non rientra nelle fasce protette.
Racconta il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Mantova Marco Cavarocchi che «sono tantissime le persone che ci stanno già chiedendo il vaccino e sembra quasi che siamo noi a non volerlo procurare, ma non è così: a noi interessa la massima copertura possibile ed è grave che non ci sia una quantità sufficiente di dosi per tutti».
Raccomandato e consigliato con il duplice obiettivo di evitare sovrapposizioni di sintomatologie con quelle del Covid-19 e di fornire una protezione in più contro il coronavirus, il vaccino prodotto in più dalle aziende farmaceutiche andrà al servizio sanitario nazionale per le categorie fragili e non arriverà sui banchi delle farmacie.
Questo significa che le persone considerate non a rischio, perché non hanno compiuto 60 anni e non soffrono di alcuna malattia, ma fanno parte della popolazione attiva, lavorano e usano i mezzi pubblici esponendosi così al contagio resterebbero tagliate fuori dalla copertura. «Le farmacie – spiega il presidente di Federfarma Mantova Giuseppe Fornasa – al momento non hanno neppure la possibilità di prenotare i vaccini perché sono stati tutti acquistati dalle Regioni per le categorie a rischio».
Sono 18 milioni le dosi destinate al Servizio sanitario nazionale: 6 milioni in più rispetto al 2019. Un picco che ha portato le aziende farmaceutiche a dare priorità alla domanda pubblica, aprendo a una difficoltà nell'approvvigionamento delle farmacie, che stimano in 1,5 milioni le dosi necessarie per coprire la domanda. «Il problema è stato presentato martedì (l'1 settembre, ndr) al ministro Speranza – aggiunge Fornasa – che si è impegnato a darci una risposta la prossima settimana. Il problema di fondo è che non ci sono dosi per tutta la popolazione e che comunque le case farmaceutiche non farebbero in tempo a produrne altre. La popolazione attiva e in salute non è contemplata dalla copertura e temo che questa situazione non sarà risolvibile».
E anche se ci fossero dosi a sufficienza per chiunque ne faccia richiesta «i medici di base – osserva ancora Cavarocchi – non farebbero in tempo a somministralo a tutti tra metà ottobre e la fine di novembre, per questo avevamo chiesto di estendere ai farmacisti la possibilità di inoculare il vaccino previo corso con certificazione». E mentre farmacisti e medici già temono il caos al primo manifestarsi dell’influenza stagionale, intanto tra le tante richieste c’è anche quella di un’azienda per i suoi 400 dipendenti: dovrà restare in stand-by come tutti.