Hong Kong: l'attivista Joshua Wong condannato a 13 mesi e mezzo carcere per manifestazione illegale

Joshua Wong, 24 anni, tra gli attivisti pro democrazia più noti di Hong Kong, è stato condannato a 13 mesi e mezzo di carcere per aver guidato nel 2019 una manifestazione illegale davanti al quartier generale della polizia dell'ex colonia britannica. Condannati, secondo i media locali, anche altri due attivisti, Agnes Chow e Ivan Lam, rispettivamente a 10 e 7 mesi di reclusione.  

La sentenza di Wong arriva mentre i critici del governo sostenuto da Pechino affermano che sta intensificando un giro di vite contro la soppressione di Hong Kong e le libertà di ampio respiro garantite dopo che l'ex colonia britannica è tornata al dominio cinese nel 1997, autorità di carico a Pechino e Hong Kong. 

Wong si era dichiarato colpevole di aver organizzato e incitato un'assemblea illegale vicino al quartier generale della polizia della città durante l'altezza delle manifestazioni a volte violente nel giugno dello scorso anno e ha affrontato un massimo di tre anni di carcere. Circa 100 sostenitori si sono riuniti silenziosamente all'interno del tribunale prima della sentenza, mentre un piccolo gruppo di persone pro-Pechino si è alleato all'esterno, chiedendo una forte condanna al carcere. "So che i prossimi giorni saranno più difficili, resteremo lì", ha gridato Wong dopo che la frase è stata letta. 

I colleghi di lunga data di Wong Agnes Chow, 23 anni, e Ivan Lam, 26 anni, sono stati incarcerati rispettivamente per un totale di 10 e sette mesi, con accuse legate allo stesso assedio.  Gli attivisti per la democrazia affermano che Pechino sta rapidamente intaccando quelle libertà, con l'imposizione di una legge sulla sicurezza nazionale il 30 giugno vista come l'ultimo colpo alle libertà della città, che sono cruciali per il suo status di hub finanziario globale. Le autorità di Pechino e Hong Kong negano i diritti di limitazione e affermano che la legge è fondamentale per tappare le falle nelle difese di sicurezza nazionale messe in luce dai disordini dello scorso anno che hanno rappresentato la più grande sfida popolare al presidente cinese Xi Jinping.