Franzoni premiato come esponente del miglior teatro italiano
Associazione nazionale critici di teatro 2020: all’attore mantovano il prestigioso riconoscimento. L’artista: «Sono sorpreso e commosso»
MANTOVA. «Giovanni Franzoni ha ottenuto grandi apprezzamenti e successi negli ultimi tempi, ma il premio è un riconoscimento a un intero percorso artistico e professionale che lo colloca tra gli attori più sensibili, preparati e versatili, e lo individua come esponente del migliore teatro italiano». La motivazione è firmata dai giurati dell'Associazione nazionale dei critici di teatro. L'attore mantovano è tra i premiati dell'edizione 2020 dei “Premi Anct”. I nomi dei vincitori sono stati annunciati dal presidente di Anct, Giulio Baffi, in streaming attraverso la pagina Facebook dell'associazione. Un riconoscimento prestigioso per Franzoni.
«Solitamente si viene premiati per uno spettacolo o un lavoro in particolare - racconta -. Mi ha fatto particolarmente piacere che nel mio caso il riconoscimento sia legato ad un intero percorso artistico. Sono sorpreso e commosso. Lo prendo anche come un incoraggiamento dopo un anno particolare nel quale siamo stati a lungo fermi. Un modo per volgere lo sguardo speranzosi al futuro».
Tanti i ringraziamenti. «Condivido il premio con tutti i colleghi che ho incontrato sul mio cammino: registi, attrici, attori, tecnici. Con la Campogalliani, vera scuola di palcoscenico e di vita dove ho incontrato per la prima volta il teatro. Lo dedico alla mia famiglia, a papà Silvano, a mamma Bettina, scomparsa nei mesi scorsi. E a un grande maestro che ci ha lasciato nelle scorse ore, il regista Gigi Dall'Aglio». La consegna del premio dovrebbe tenersi in primavera a Roma.
Franzoni è impegnato in queste settimane nelle prove via Zoom di Le verità di Bakersfield, spettacolo che lo vedrà il prossimo anno sul palco con Marina Massironi. Al momento non sono previste date nella nostra città, con lo spettacolo che farà tappa nella vicina Ferrara. Ancora top secret un progetto che lo coinvolgerà nel 2021 in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri. «Cerchiamo di tenerci operativi», aggiunge.
Tra i progetti andati in scena negli ultimi anni, Franzoni è stato protagonista al teatro Elfo Puccini in “Atti osceni” di Moises Kaufman, diretto da Bruni-Frongia, nel ruolo di Oscar Wilde. Al Piccolo Teatro di Milano, invece, ha recitato nel 2018 in “Freud” di Stefano Massini, diretto da Federico Tiezzi, e nel 2019 in “Cuore di cane” di Bulgakov-Massini per la regia di Giorgio Sangati. Dopo lo stop del primo lockdown, Franzoni è tornato sul palco in estate con due produzioni targate Teatro deSidera. La prima “Partage de midi”, di Paul Claudel con la regia di Paolo Bignamini. Opera notissima in Francia, racconta la vicenda del diplomatico Mesa e del suo amore impossibile per la bella Ysè, moglie del commerciante fallito De Ciz e a sua volta sedotta dall'avventuriero Amalric. Diretto sempre da Bignamini, Franzoni è stato protagonista anche di “Lucia e io” di Luca Doninelli.
«Ho interpretato un Alessandro Manzoni ormai anziano, morente, alle prese con il bilancio di una vita. Incontra per un'ultima volta, dopo tanto tempo, il personaggio più amato: Lucia. Una Lucia che non parla come ci aspetteremmo, ma che scardina lo stereotipo che perseguita la sua immagine collettiva e comincia a restituire all'autore le sue stesse parole. Lucia obbliga Manzoni a rispondere ad alcune domande cruciali. Emerge così, nel ricordo dell'autore, il racconto della propria conversione, avvenuta in gioventù durante una profonda crisi esistenziale».