Mantova riciclona, per il terzo anno la differenziata dei rifiuti è all’87%
Il rapporto della Provincia. Nel 1993 era solo del 9%. In vetta San Giovanni del Dosso. La parte più raccolta è il verde con quasi 120 chili a testa
I dati completi del 2019, con la raccolta differenziata in leggera crescita, e le prime indicazioni sui dati 2020. Ieri a Palazzo di Bagno è stato presentato il "Rapporto rifiuti urbani e raccolta differenziata in provincia di Mantova", curato dall'area tutela e valorizzazione ambiente della Provincia. Nel 2019 Mantova ha confermato il suo primato di miglior provincia lombarda. Su 220mila tonnellate di rifiuti prodotti dai cittadini, 192mila sono quelle raccolte in modo separato. La raccolta differenziata è dunque per il terzo anno all'87% con una lieve crescita di qualche decimale rispetto all'anno precedente. Una crescita esponenziale, se si considera il 9% di partenza del 1993.
Seconda in classifica e ben distanziata, al 78%, insegue la provincia di Cremona. Il rifiuto più raccolto è il verde, con quasi 120 chili pro capite all'anno, seguito da umido e carta. In vetta alla graduatoria dei Comuni ricicloni svetta San Giovanni del Dosso, vicino al 94%. Sul podio Magnacavallo e Porto, primo tra i comuni con più di 15mila abitanti. Tutti sono nettamente sopra il limite di legge, fissato al 65%. Non arrivano all'80% solo in tre: Gazzuolo, Castiglione delle Stiviere e Pomponesco. Il costo totale della gestione dei rifiuti urbani ammonta a circa 52 milioni di euro. In calo i ricavi provenienti dalla vendita dei materiali, vista la crescente difficoltà nel piazzare sul mercato i materiali ottenuti dalla raccolta differenziata.
In linea con gli anni precedenti i conferimenti alla discarica di Mariana, con 124mila tonnellate annue di rifiuti. Conferimenti che in massima parte, il 73%, provengono da fuori provincia. «Il dato 2019 è leggermente superiore a quello dell'anno prima, confermando una crescita in atto da ventisei anni – sottolinea il presidente della Provincia, Beniamino Morselli, affiancato dal segretario generale Maurizio Sacchi – lo studio, scrupoloso e prezioso, consente di verificare l’efficacia di determinate scelte amministrative in modo da programmare il futuro. Resta aperto il tema dell'abbandono dei rifiuti, problema che colpisce alcune aree del territorio e che vede i Comuni impegnati in azioni di contrasto». La raccolta dei dati è stata curata da Giancarlo Poltronieri con il coordinamento del responsabile del servizio inquinamento e rifiuti della Provincia, Giampaolo Galeazzi. Presentato anche un primo confronto dei dati, a livello regionale, tra il periodo del primo lockdown (marzo-maggio 2020) con gli stessi mesi del 2019. Spiccano il calo di indifferenziato (-11,4%) e carta (-6,70%), legato alle chiusure delle aziende, e dell'organico (-3,6%), per lo stop imposto a bar, ristoranti e mercati. In controtendenza la plastica, che ha fatto segnare un +1,4%, motivato dal mutamento nelle scelte d'acquisto dei generi alimentari e nel maggiore utilizzo delle consegne d'asporto. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA