Pennacchi: «Ho letto classici per superare il lockdown»
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L’attore sabato 19 febbraio al Teatro Sociale con lo spettacolo “Pojana e i suoi fratelli”. «Grato alla città per aver dato i natali a Virgilio, una delle mie piccole divinità»
MANTOVA. Il Nord-Est visto con gli occhi di Pojana sarà in scena sabato 19 febbraio alle 21 al Teatro Sociale di Mantova con Andrea Pennacchi. Pojana e i suoi fratelli è una sorta di adattamento delle “Allegre comari di Windsor”, ambientato in Veneto, con tutte le sue fisse: le armi, i schei e le tasse, i neri, il nero.
Accanto a Franco Ford, detto “Pojana”, ci sono i fratelli personaggi che nascono dalla necessità di raccontare le storie di un territorio, un po' maschere goldoniane un po' specchio di una società intera, tra verità e falsità, per guardarsi allo specchio a tutte le latitudini. Lo spettacolo, di e con Andrea Pennacchi, ha musiche dal vivo di Giorgio Gobbo e Gianluca Segato. Ecco il racconto dell’autore e interprete alla Gazzetta.
Come ha vissuto il lockdown? E' stato un momento di sofferenza o di creatività?
«Il primo lockdown è stato un momento un po’ depressivo ma mi ha salvato il lavoro su l’Odissea, che funziona sempre come una medicina, è stato terapeutico. Leggere i classici - soprattutto dovercisi immergere per lavorare - mi sono serviti per non pensare alla prigionia di quei giorni. Lo stesso effetto mi ha fatto un altro classico quando sono uscito dall’ospedale: I racconti di terramare di Ursula K. Le Guin. Il lockdown ha fatto anche cose buone, si dice».
Abile osservatore della società contemporanea, soprattutto quella del Nord Est, quanto ha introdotto di autobiografico, di letterario e di “cronaca” di vita vissuta nello spettacolo?
«In questa società ci vivo dentro e cerco di ascoltare quello che dice la gente nel bar, per strada... ne traggo fuori storie, soprattutto leggendo i giornali. Quelli di cronaca locale trovo che abbiano un aggancio con le tragedie e le commedie dell’antichità dei grandi autori, perché alla fine gli esseri umani poco son cambiati. C'è un miscuglio di tutto quanto».
È uno show work in progress o un copione fisso?
«Lo spettacolo non è un work in progress, ha dei testi ben definiti che si compongono in maniera diversa in base alla situazione, al pubblico che ho davanti o in base all’attualità più calda. Adesso sto scrivendo pezzi nuovi che magari proveremo con il pubblico di Mantova, chissà».
Che ruolo ha la musica in questo spettacolo?
«La musica ha un ruolo fondamentale nello spettacolo, metà è composto dalla musica. Spesso le canzoni compongono una parte del narrato e sono l’atmosfera fondamentale che crea quasi una scenografia. Senza la musica non ci sarebbe lo spettacolo, senza musicisti come Giorgio Gobbo e Gianluca Segato, lo spettacolo rimarrebbe a metà».
Conosce Mantova? Ricordi, impressioni...
«Conosco Mantova, la amo molto. La conosco per il Festivaletteratura e per il Palazzo Te dove ogni tanto vado a gustarmi gli affreschi. E per il cibo buono e il vino. Sono profondamente grato alla città per aver dato i natali a Virgilio, una delle mie piccole divinità».
I biglietti dello spettacolo, a cura di Shining Production, sono in vendita su Ticketone e al Box Office del Teatro Sociale martedì e sabato dalle 10 alle 13 e giovedì dalle 16 alle 19. Info: 03761590869 e boxofficemantova@gmail.com. Prezzi: platea e palchi 34,99 euro, | loggia 26 euro, loggione 20 euro.