Il caldo e la siccità asciugano le rese del pomodoro: raccolta in anticipo
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Secondo la Coldiretti la produzione si riduce dell’11%. In compenso la qualità della polpa da sugo sarà ottima
MANTOVA. Caldo e siccità non danno tregua all’agricoltura. Di conseguenza, in Lombardia la raccolta di pomodoro da salsa scatta in anticipo di circa una settimana rispetto allo scorso anno, a causa proprio delle alte temperature, vicine ai 40 gradi. Lo rende noto la Coldiretti regionale in occasione dell’avvio della raccolta del pomodoro in Italia, che parte a Casalmaggiore in via Staffolo, all’azienda agricola Assagri.
Il raccolto promette una qualità alta ma una resa inferiore, secondo le stime delle organizzazioni agricole. «Il caldo intenso e le alte temperature – spiega la Coldiretti regionale – stanno facendo maturare molto in fretta il prodotto, che promette bene sotto il profilo qualitativo. «Lo stato delle piantine è buono – conferma Davide Rocca, direttore del Consorzio Casalasco del pomodoro di Rivarolo del Re, cui conferiscono molto aziende mantovane –. Abbiamo registrato anche pochi danni meteo nelle ultime settimane, se si fa eccezione per il vento forte che a inizio luglio, in alcune zone di nostra competenza, ha fatto danni sulla pianta e sui fiori. Dipenderà da temperature e disponibilità idrica, ma è possibile che il grosso del prodotto maturi ad agosto».
In Lombardia il pomodoro è coltivato su circa 7 mila ettari di terreni, che si trovano per oltre il 70% tra le province di Mantova e Cremona».
Come si diceva, polpa di pomodoro di qualità, ma raccolti inferiori alla media. «Addio quest’anno a più di una bottiglia di passata di pomodoro su dieci, con la siccità e le temperature roventi che hanno tagliato dell’11% il raccolto del pomodoro da salsa destinato a polpe, passate, sughi e concentrato con una produzione nazionale stimata in calo fino a 5,4 miliardi di chili». Lo rileva Coldiretti con uno studio presentato in occasione dell’avvio della raccolta anticipata del pomodoro in Italia per le condizioni climatiche.
«Il clima – afferma Coldiretti – ha decimato il raccolto del prodotto simbolo della dieta mediterranea che quest’anno viene in realtà colpita in tutte le sue componenti. A livello nazionale – aggiunge – il pomodoro per la salsa Made in Italy, per passate, pelati e concentrati è coltivato su circa 70mila ettari da nord a sud del Paese con Emilia Romagna, Lombardia, Campania e Puglia che sono i principali produttori coinvolgendo una filiera dove operano 6.500 imprese agricole, circa 90 imprese di trasformazione e impiega 10mila addetti, per un fatturato di 3,7 miliardi, di cui più della metà realizzato grazie alle esportazioni all’estero in crescita del 5% nei primi quattro mesi del 2022 nonostante la guerra in Ucraina».
«L’Italia – segnala l’organizzazione – rappresenta il 15% del raccolto mondiale, è il primo produttore europeo di pomodoro davanti a Spagna e Portogallo e il secondo a livello globale subito dopo la California. La salsa made in Italy è trainata dal successo della dieta mediterranea nel mondo ma è minacciata dall’esplosione dei costi di produzione sulla scia delle speculazioni internazionali, dagli effetti del conflitto scatenato dai russi e delle tensioni internazionali sulle materie prime. Uno scenario drammatico in cui si paga più la bottiglia che il pomodoro in essa contenuto. In una bottiglia di passata da 700 ml in vendita mediamente a 1, 3 euro, oltre la metà (53%) – evidenzia Coldiretti – è il margine della distribuzione commerciale con le promozioni, il 18% sono i costi di produzione industriali, il 10% è il costo della bottiglia, l’8% è il valore riconosciuto al pomodoro, il 6% ai trasporti, il 3% al tappo e all’etichetta e il 2% per la pubblicità»