Il governo va in tilt sulla prescrizione. Mentre continua ad essere rimandato il vertice tra il premier Giuseppe Conte e i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini per sciogliere i nodi sul disegno di legge sull'anti corruzione, i capi del Movimento 5 Stelle ricordano che il decreto Sicurezza, fortemente voluto dal leader leghista, deve passare ancora al vaglio della Camera. "Se non ci sarà lealtà sulla prescrizione - dicono all'Adnkronos - non ci sarà sul dl Sicurezza". E così, nonostante il governo abbia deciso di porre la fiducia sul decreto Sicurezza, c'è il serio rischio di un ammutinamento dei pentastellati nel caso in cui il Carroccio dovesse continua a osteggiare la riforma della prescrizione."La riforma della prescrizione è nel contratto di governo: poi, ci sono le diverse modalità per esercitarla". Lo ha ricordato nei giorni scorsi Conte e lo ha ribadito oggi il ministro dell'Ambiente Sergio Costa ai microfoni di Matrix. "Dobbiamo assicurare la giustizia al cittadino in tempi certi e, nello stesso tempo, essere sicuri che la giustizia arrivi, non che venga prescritta, perché altrimenti è un'impunità ulteriore - spiega Costa - si può modulare il sistema bilanciando l'una e l'altra cosa, ed è lì che veramente si fa giustizia". Le posizioni della Lega e dei Cinque Stelle, però, sono diametralmente opposte. E da giorni le due forze di maggioranza si stanno scannando senza arrivare a una quadra. Secondo Salvini, però, il governo sarà in grado di trovare un punto di sintesi e far rientrare i malumori. "Vglio avere processi veloci che bastonino i corrotti e i corruttori - spiega il vice premier leghista - però non voglio che 60 milioni di italiani abbiamo un processo che non si sa quando finisca".Salvini non chiude alla riforma della giustizia. Vuole, però, vederci chiaro sulle modalità di attuazione. "Sul come ci stiamo ancora lavorando...", mette le mani avanti facendo ben presente che prima vuole il via libera al suo decreto. "Poi - conclude - una volta approvato il decreto Sicurezza parliamo di tutto il resto". I vertici dei Cinque Stelle, però, vogliono certezze. Sono disposti a essere leali sul decreto Sicurezza, solo se la Lega farà altrettanto al momento di votare il ddl anti corruzione. Proprio per dirimere questi dissapori, si era inizialmente parlato di un vertice di governo. Il vertice avrebbe dovuto tenersi intorno alle 21, subito dopo la registrazione del programma televisivo Dimartedì, durante il quale Giovanni Floris ha intervistato Conte. "Ci aspetta una lunga nottata...", ironizzavano i vertici grillini. Ma, arrivando al Senato, Salvini ha tagliato corto: "Ma quale vertice? Stasera io ho un vertice con rigatoni al ragù e Champions League...". Quindi ha rilnciato: "Io sento quotidianamente Conte e Di Maio, quindi non ho l'esigenza carnale di incontrarli ogni 24 ore. Esiste il telefono, quindi le cose si possono risolvere al telefono".