La rabbia di 53 famiglie goriziane per i tagli al servizio scuolabus
Scoppia il caso-scuolabus. Il Comitato che riunisce le famiglie dei bambini frequentanti le scuole primarie “Župančič” di via Brolo a Gorizia e “Abram” di Piuma, e quelli che frequentano anche il doposcuola Dijaški dom, ha scritto una lettera accorata al sindaco Rodolfo Ziberna in cui si chiede un incontro urgente per rappresentare all’amministrazione comunale il risentimento di 53 famiglie goriziane che «nel mese di agosto, al momento di effetuare l’iscrizione al servizio scuolabus tramite il portale del Comune, non hanno più trovato la solita, efficace, fondamentale ed essenziale fermata dedicata: il tutto senza nemmeno un avviso (o una semplice scritta in rosso per i più imbranati) nella tabella allegata ai documenti relativi al servizio».
La rabbia è tanta. Spiegano i genitori: «A due mesi esatti dalla notizia della soppressione del servizio-scuolabus da parte del Comune che, da ben 20 anni, forniva una continuità di servizio fra le scuole primarie slovene e il doposcuola “Dijaški Dom”, riteniamo opportuno segnalare gli sviluppi della vicenda: una vicenda che è di primaria emergenza sia per quanto riguarda la sicurezza sia per il segnale negativo che il Comune sta dimostrando. Trascura il contenuto della scelta educativa fatta per i nostri figli».
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Il totale delle utenze per le quali il Dijaški svolge anche un servizio di trasporto scuola-doposcuola è pari a 120 fra bambini/e e ragazzi/e del Comune. «Dopo le prime segnalazioni sulla stampa uscite a fine agosto e inizio settembre e in seguito ad alcuni momenti di dialogo fra istituzioni senza risultati tangibili, a nome di 53 famiglie riunite è stata inviata una lettera al sindaco. Non avendo ricevuto alcun appuntamento, in seguito ad una mail di sollecito, la segreteria del Comune ha risposto prontamente che la richiesta, su indicazione del primo cittadino, “è stata da subito inoltrata all’assessore Silvana Romano che si sta occupando della questione assieme al Servizio comunale competente” e, da quel momento (era il primo ottobre), nessuna altra notizia e risposta da parte dell’amministrazione comunale a noi famiglie», attacca il Comitato. Che continua: «Si precisa inoltre che, nel frattempo, il Comune ha dirottato lo scuolabus destinato inizialmente al trasporto dei bambini dalle scuole Župančič” di via Brolo e “Abram” di Piuma da scuola a casa, su un’altra scuola cittadina, lasciando quindi tutte le scuole slovene di Gorizia senza uno scuolabus per il trasporto verso casa o per il doposcuola. Siamo rattristati, delusi e preoccupati. Preoccupati per la sicurezza dei nostri figli. Questo disservizio infatti ha portato l’uscita dei nostri figli dalla scuola Župančič ad un alto livello di pericolosità poiché si trova ad essere nel bel mezzo di un ingorgo a causa delle caratteristiche della zona e dei numerosi mezzi che circolano per il ritiro dei bambini. In seguito ad una segnalazione a cura della direttrice del Dijaški Dom, la Polizia Locale è immediatamente intervenuta provvedendo ad effettuare un sopralluogo e una rapida oltre che efficace valutazione della situazione: un segnale che la nostra non è solamente “ansia da genitori” ma reale allarme per l’alto rischio che presenta la situazione».
I genitori chiedono al Comune una risposta «che non può essere la garanzia di risolvere il problema per il prossimo anno scolastico perché questo è un anno appena iniziato che va gestito in sicurezza per i nostri figli e per tutti quei cittadini che come noi, scelgono di appartenere ad una comunità che si chiama Gorizia».
Il tutto è una diretta conseguenza della gara per il servizio scuolabus andata deserta con l’affidamento, con un contratto ponte, ad Apt (Azienda provnciale trasporti). «Il problema è la difficoltà a reperire autisti e ormai indire un nuovo bando è impossibile per quest’anno. Siamo riusciti a garantire i servizi previsti dalle norme di legge e non quelli opzionali: il collegamento fra le scuole slovene e i doposcuola non era un servizio obbligatorio per cui le famiglie devono attivarsi personalmente. Per quest’anno stiamo facendo il possibile per il servizio casa-scuola».