Coronavirus, attese fino a 30 giorni per farsi arrivare la spesa a casa dai supermarket
MESTRE. In fila fuori dai negozi, ma anche in fila virtuale, per fare la spesa online. C’è chi ha preso alla lettera norme e restrizioni e desidererebbe non uscire, o almeno non farlo più di una volta la settimana, ma ordinare la spesa online. Il problema, però, è che bisogna mettersi in coda, letteralmente. Se prima la spesa online consentiva di saltare qualsiasi tipo di fila, adesso non è più così.
A seconda dei luoghi di residenza, dell’offerta, della densità di popolazione per ordinare il “carrello” virtuale possono servire anche una settimana, se non dieci giorni di attesa o addirittura un mese. E per gli anziani che si vorrebbe non uscissero, il problema è doppio. Il Carrefour di Marcon, ad esempio, ha una simpaticissima applicazione con un omino che cammina, percorre la sua coda e nel frattempo scorre il count-down che spiega quanto manca ancora per poter riempire il proprio “carrello”. Tutt’altra partita, invece, i tempi di trasporto. Una volta terminata la fila virtuale, anche di una due ore nei momenti più “caldi” e afferrato il proprio turno, sul sito si legge: «Gentili clienti, lavoriamo senza sosta per fornirvi il migliore servizio possibile; tuttavia, a seguito del numero eccezionale di richieste potrebbero verificarsi ritardi nella consegna e indisponibilità di alcuni prodotti. La consegna spese verrà effettuata sul pianerottolo davanti la porta e le modalità di pagamento potrebbero essere limitate al pagamento online. Grazie per la comprensione e per la fiducia». Con EasyCoop non è più facile, ci sono tantissime richieste e l’attesa è di settimane.
«Ho fatto la spesa tre giorni fa con EasyCoop» racconta un acquirente «mi arriverà il 17 aprile. A me va bene, ma non penso a un anziano». Un problema generalizzato. Ci sono applicazioni che consentono di vedere in diretta quali ipermercati consegneranno la spesa in meno giorni e quali sono full per via delle troppe ordinazioni che in questi giorni sono esplose. Tanto che è stata anche realizzata un’app che si chiama Filaindiana, che consente di sapere quanta coda c’è fisicamente in un determinato supermercato, accedendo alla nostra postazione. Meglio allora avvalersi dei supermercati vicino a casa, ordinare la spesa a loro e farsela portare davanti alla porta, oppure andarla direttamente a ritirare, chi lo può fare. Il più grosso Auchan Conad del Veneto, ossia quello di Mestre, si è inventato un nuovo servizio per saltare la coda: basta contattare un numero di telefono dell’iper, chiamare, comunicare la lista della spesa e poi passare a ritirarla, mentre altri supermercati più piccoli hanno attivato un numero dedicato via whatsApp, cosa che soprattutto per gli anziani, sembra più semplice che non smanettare sul web.
Maurizio Franceschi, direttore di Confesercenti metropolitana Venezia Rovigo, non esce, fa solo la spesa online: «I supermercati e gli iper delle grosse catene che hanno avuto tanto dalle città dovrebbero davvero dare qualche cosa alle loro comunità in questi momenti rafforzando i servizi a domicilio e incrementandoli il più possibile e investendo. I piccoli negozi si stanno organizzando e quelli che portano a casa la spesa sono troppo pochi rispetto al fabbisogno che c’è. Si dovrebbero prevedere degli incentivi molto importanti ai piccoli che fanno domicilio, perché ciò servirebbe a contrastare la gente che va in giro». —
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