Stretta di Natale, Brugnaro in linea con le altre città venete: «Noi seguiremo le direttive regionali»
Coronavirus, il sindaco di Venezia dopo il vertice con Zaia sulle misure restrittive per le festività: non farò ordinanze comunali ma seguiremo Palazzo Balbi
VENEZIA. Regole uguali nelle città della stessa regione. Una stretta agli spostamenti serali e agli orari dei negozi. E una vigilanza maggiore per evitare gli assembramenti nei luoghi della movida e dello shopping. Il sindaco Luigi Brugnaro non farà nuove ordinanze. «Ci adeguiamo alla linea regionale», fanno sapere a Ca’ Farsetti. Ieri il vertice convocato dal presidente Zaia per decidere il da farsi. Quadro rovesciato rispetto al lockdown di primavera. E anche alle ultime settimane. I contagi non calano, i morti crescono. Anche il Veneto che ha una sanità efficiente comincia a sentire il pericolo. La causa? La poca responsabilità di chi continua a girare senza mascherina, o con la mascherina che non copre il naso. Di chi frequenta bar e negozi senza curarsi delle distanze di sicurezza e delle attenzioni necessarie. Fatto sta che da regione modello il Veneto è diventato uno dei modelli che preoccupano.
Che fare? La linea condivisa dal sindacoè quella di tutelare le scuole. «A scuola non ci sono problemi». Anche i trasporti non sembrano dare preoccupazioni. A parte casi isolati e ore di punta i mezzi di trasporto in terraferma e ancora di più in laguna non sono mai strapieni, come succedeva invece nel settembre scorso.
Anzi, la scarsità di utenti, a cominciare dai turisti, ha convinto Actv e Alilaguna a tagliare alcuni collegamenti. Il problema vero sono gli spostamenti.
Si esclude un nuovo lockdown generalizzato. E anche un cambio di colore del Veneto, che dovrebbe restare giallo: dovrebbe chiederlo il presidente della Regione al governo, ma non sembra averne intenzione. Si va invece verso la trada condivisa delle limitazioni agli spostamenti serali. Saranno studiate fasce orarie di verse per l’apertura dei negozi. E applicata in modo rigido l’ordinanza che pone dei limiti alle consumazioni al banco e in generale dopo le 18 in bar e ristoranti.
Si va verso il periodo natalizio, e i rischi aumentano. Lo si è visto domenica, con le strade affollate di veneziani e mestrini in giro per lo shopping e l’acquisto dei regali. E anche la folla in alcune aree già problematiche, come Rialto e l’Erberia. «Si tratta però di emergenze localizzate», dicono in Comune, «la situazione generale è sotto controllo». Una delle emergenze riguarda gli esercizi pubblici. La chiusura era stata un elemento che aveva consentito di abbassare i contagi nella scorsa primavera. Ma i piccoli imprenditori chiedono di lavorare. La linea che sta passando adesso è quella di controlli serrati. L’autodisciplina non basta più. E anche se i negazionisti sono ora quasi scomparsi, occorre dare regole stringenti e osservate da tutti,
Il virus si sta facendo strada anche nelle comunità parrocchiali, nelle case di riposo e negli ospedali, ma anche nelle scuole dove il contagio si è diffuso qualche tempo fa proprio per i contatti ravvicinati tra studenti e personale docente e non docente. E per le difficoltà nei trasporti.
Unica cosa certa è che il Comune non farà ordinanze autonome, assicura Brugnaro. Proprio come fatto nei mesi scorsi del lockdown. «Applicheremo quello che ci dicono il governo e la Regione».
Tra le richieste avanzate al Comune, quella di consentire un riavvio graduale delle attività culturali a presenza controllata di pubblico. Anche gli impianti sportivi sono chiusi, così come le palestre, i cinema e i teatri. Una mancanza che si fa sentite soprattutto in periodo natalizio.
Ma il sacrificio è necessario, dicono gli esperti.
I gondolieri intanto assicurano la loro presenza, ma il lavoro scarseggia. Stanno pensando a offerte dedicate ai residenti, a prezzo ridotto. —
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