Panevin e smog, la scommessa al Piraghetto: faville tecnologiche con il videomapping

Anche i riti propiziatori, quelli che arrivano da lontano, si possono innovare. Rispettando la tradizione, che fa parte della cultura di un territorio, e contribuendo però a migliorare la qualità dell’ambiente in cui viviamo.

Faville tecnologiche

La scommessa si gioca a Mestre, dopo anni di polemiche tra sostenitori convinti delle faville (si spera sempre ben) auguranti dell’Epifania e quanti invece convivono con figli asmatici o con bronchiti croniche o che mettono al primo posto la qualità dell’aria che respirano, specie in città che convivono tutto l’anno con un fondo, duro come uno zoccolo, di polveri sottili che penetrano nei polmoni.

Una Befana ecosostenibile è l’idea dell’associazione Viva Piraghetto di Mestre che ha trasformato il tradizionale falò dell’Epifania in un’esperienza multimediale immersiva. Il 6 gennaio, al parco Piraghetto di Mestre, alle 17 con la festa “Viva la Befana sostenibile”, l’associazione (che è cresciuta dal 2016 ad oggi arrivando a 180 soci, per lo più famiglie) mostrerà su una pira alta sei-sette metri, coperta da un telo, una “vecia” che prenderà vita grazie al videomapping per raccontare il senso ancestrale dell’antica tradizione del “Pan e vin” dell’Epifania. Senza ricorrere però a fuochi e fumi reali.

La scommessa

«L’idea è frutto del lavoro di Adolfo Zilli», spiega Stefano Giacomazzi, presidente dell’associazione. «Per noi è una scommessa interessante. Così manteniamo una tradizione che è sempre cosa buona e giusta, ma anche rispettiamo l’ambiente e diamo un contributo alla sostenibilità e ad una svolta “green” della città. Se qualcuno, poi, vorrà copiarci, ne siamo sempre contenti.

Ma in questo modo rispettiamo anche la struttura della nostra associazione fatta di famiglie che hanno stili di vita diversi: c’è chi utilizza esclusivamente la bicicletta e chi segue altre filosofie di vita rispettose dell’ambiente», continua Giacomazzi, «sicuramente con la nostra “vecia” tecnologica diamo un contributo al miglioramento dell’ambiente e della qualità dell’aria in una giornata che sappiamo essere difficile per chi soffre di problemi polmonari, per esempio».

Cosa è il videomapping? Una tecnica che consente con l’utilizzo di immagini di realtà aumentata di riflettere su palazzi, teli, facciate, scene coloratissime che coinvolgono chi guarda. Una sfida quella che si gioca al parco Piraghetto mentre nel resto del Veneziano, e del Veneto, il rito dei falò si ripete, tra le polemiche.

Divieti a Venezia

In previsione dell’Epifania, l’amministrazione comunale veneziana, ieri, ha ricordato le regole per tutti. L’articolo 60 del Regolamento di Polizia e Sicurezza urbana, approvato dal Consiglio comunale, durante tutto l’anno, fissa il divieto di fuochi. Cosa dice la norma: «Nei centri abitati di tutto il territorio comunale è vietato accendere ed alimentare fuochi bruciando sterpi, rifiuti di giardinaggio ed ogni altro materiale quando ne possa derivare danno e molestia al vicinato ovvero quando il fumo che ne deriva invade le aree pubbliche o aperte al pubblico». E ancora: «Nei centri abitati di tutto il territorio comunale è, parimenti, vietato accendere artifici pirotecnici esplodenti di qualsiasi natura». E fino al 30 aprile 2024 sono prorogate le limitazioni che intervengono non solo sulla circolazione dei veicoli ma anche sul riscaldamento e le combustioni all’aperto (falò rituali, barbecue e fuochi d’artificio a scopo di intrattenimento), fatte salve le iniziative pubbliche organizzate dai Comuni. Norme in vigore per limitare lo smog.

Gli autorizzati

Nel Comune di Venezia gli unici “Panevin” tradizionali sono quelli di Sant’Erasmo e in terraferma alla Gazzera, Zelarino e a Campalto. Rigide le prescrizioni: in particolare si chiede di bruciare nel falò una quantità di materiale vegetale non superiore ai tre steri (vecchia unità di misura del legno), pari a 3 metri cubi, con un adeguato presidio antincendio. «Attraverso questa regolamentazione viene mantenuta la tradizione, ma limitatamente ad alcune situazioni fortemente simboliche», dicono dal Comune.

Le multe

Tutti gli altri falò dell’Epifania non autorizzati sono considerati illegali e scattano le sanzioni, da 25 a 500 euro, con l’obbligo dell’immediato spegnimento dei fuochi. Il falò virtuale invece non corre rischi.

La qualità dell’aria: pessima

Le previsioni dell’aria dei prossimi giorni prevedono per l’area veneziana un peggioramento della qualità. Lo segnalano le mappe dell’Agenzia regionale per l’ambiente, preannunciando il ritorno dal 4 gennaio all’allerta arancio per il territorio veneziano che inasprisce le limitazioni ai veicoli in circolazione. Molto potrà cambiare se peggiorano, ovviamente, in vista dell’Epifania, il 6 gennaio, le previsioni meteorologiche. Ma il 2023 si è concluso (abbiamo preso a riferimento il bollettino del 31 dicembre) con tutte le centraline di riferimento dell’area veneziana che hanno sforato un dato importante, ovvero i 35 giorni all’anno concessi dalle norme europee che sullo smog hanno messo in infrazione da tempo l’Italia e l’area padana. Per oltre un mese abbiamo respirato aria velenosa e lo smog dei panevin potrà arrivare a quintuplicare le polveri sottili già contenute.

I giorni di sforamento

Record di sforamenti, 61, per Malcontenta e la centralina urbana di via Beccaria a Marghera che supera di poco anche i 59 sforamenti di via Tagliamento, alla Gazzera (la centralina più prossima alla tangenziale). Sforano i limiti anche le centraline del centro storico veneziano, quella di Rio Novo (46 superamenti) e quella di Sacca Fisola (53). Ancora arriva a 50 sforamenti in un anno la centralina che misura il fondo urbano di San Donà. Arriva a 45 sforamenti, 10 oltre il limite, l’ultima attivata, quella di punta Fusina. Si ferma a 48 superamenti invece la centralina del parco Albanese a Bissuola che è quella di riferimento per i tre bollettini settimanali Arpav che dettano l’inasprimento o la riduzione delle limitazioni al traffico. Provvedimenti che le amministrazioni attuano con decisione. —