Ipav, aumento delle rette e accuse di disservizi: scoppia la protesta dei familiari
Con una lettera ai vertici dell’Ipav, ai responsabili di Antica Scuola dei Battuti e Contarini per Mestre, San Lorenzo San Giobbe e Zitelle per Venezia, ai vertici della Regione e al Comune di Venezia un centinaio di parenti e ospiti delle Rsa della città, con l’aiuto del Codacons, fa esplodere la rivolta delle famiglie contro gli aumenti delle rette decisi dal gennaio scorso.
La lettera contro l’aumento
Cosa chiedono le famiglie ad Ipav che conta quasi 800 ospiti? «L’immediata sospensione degli aumenti previsti a far data dal 1° gennaio 2024 fino alla risoluzione definitiva della gravissima situazione», visto che gli aumenti, comunicati solo il 17 gennaio, sono visti come «un grave inadempimento contrattuale». Rincari che per Ipav sono del 3%, 2 euro al giorno, ma che per gli ospiti privati - denunciano famiglie e Codacons - arrivano a pesare tra l’11 e il 12,50% (10 euro al giorno) «quindi ben più del doppio del tasso d’inflazione».
Il rincaro di 2 euro vale solo per gli ospiti in regime di convenzione. Per gli altri è il salasso. Per questo occorre sbloccare immediatamente le impegnative di residenzialità. Circa 3.500 quelle che mancano all’appello in Veneto.
Si dovrebbe accedervi con un punteggio minimo S.Va.Ma di 60, ma oggi entra in regime di convenzione solo chi ha un punteggio di 98.
E ancora si chiede «l’avvio di indagini da parte del Servizio Igiene e Sanità Pubblica» della Ulss 3 su tutta una serie di episodi e disservizi elencati nella lettera inviata ad Ipav il 7 febbraio scorso. Senza risposte, le famiglie e il Codacons invieranno un esposto alla magistratura.
E chiedono di congelare «il versamento dell’aumento corrispondendo solo ed esclusivamente le rette dovute ante Delibera N. 51 V. del 12/2023». Un parente di una ospite della San Lorenzo a Venezia chiarisce l’obiettivo: «Prima ci devono adeguare i servizi, migliorandoli. Poi saremo disponibili a pagare le rette adeguate. E dico di più: abbiamo avuto anche rincari legati all’aumento dei prezzi energetici. Perché adesso non ci compensano?».
I disservizi segnalati
L’elenco dei disservizi è lungo. Dai tempi lunghi del servizio di lavanderia e guardaroba che svuotano gli armadi degli ospiti e le strutture che rimediano abiti generici (anche di «ex ospiti passati a miglior vita», si legge) allo scadente livello di igiene dell’ospite («la doccia prevista una volta alla settimana spesso viene fatta ogni 10 giorni»); una igiene giornaliera «frettolosa e poco curata»; problemi con il cambio del pannolone, che dovrebbe avvenire tre volte al giorno.
E ancora critiche alla «qualità e la quantità del cibo» e problemi di idratazione dell’ospite (l’acqua è fondamentale nelle persone anziane e fragili). Ancora si elencano critiche alla assistenza medico/infermieristica «spesso svolta in maniera superficiale», specie riguardo la distribuzione dei farmaci e ancora carenze informative sulle terapie.
Ancora si evidenzia il numero di infermieri in servizio «insufficiente per garantire un servizio che possa definirsi “professionale”». Carenti i servizi di fisioterapia, animazione, psicologici o ancora per il servizio religioso e la presenza di ausili (come deambulatori e carrozzine) spesso vecchi.
Specialmente in centro storico fioccano proteste per la presenza di colombi «nei reparti, nelle camere e nei bagni degli ospiti e nei luoghi comuni, in sala da pranzo, svolazzi sopra i carri del cibo in distribuzione, sopra i tavoli e le tovaglie sui quali gli ospiti consumano i pasti». Conseguenza sono le incrostazioni di guano e possibilità di trasmissione di batteri, che ha messo in allarme molte famiglie in queste settimane.
La replica di Ipav
Luigi Polesel, presidente di Ipav, spiega che lunedì si riunirà d’urgenza il Cda dell’ente per una risposta adeguata. Ma precisa che riguardo le tardive comunicazioni sull’aumento delle rette «la mancanza è reale».
Annuncia anche una riunione operativa con i direttori delle varie strutture per verifiche e migliorie.
«Ma abbiamo bisogno di un confronto con le famiglie sui disservizi denunciati per una verifica puntuale delle segnalazioni. Occorre chiarire caso per caso perché dalla nostra abbiamo i verbali di controllo dei Nas, sempre positivi per noi».
I colombi nei reparti? «Purtroppo quelli li si vede anche nelle pasticcerie blasonate. Ma ripeto: verificheremo con attenzione tutte le segnalazioni. Vogliamo discuterne con un dialogo e massima trasparenza».
Anche sull’assenza di religiosi, il presidente chiarisce. «All’Antica Scuola dei Battuti don Fausto Bonini opera in uno spazio da 150 persone».
Rsa sempre più nella bufera con croniche carenze di personale. Polesel è chiaro: «Noi non siamo affatto una controparte di ospiti e famiglie. Lo ribadisco che su questi temi noi siamo in prima linea come loro».
La trattativa in corso
Immediata una prima telefonata tra il rappresentante di Codacons per l’area anziani, Tommaso Todesca, e il presidente Ipav.
Un incontro chiarificatore è previsto per il 23 febbraio prossimo.
«Stiamo raccogliendo segnalazioni da tutto il Veneto di aumenti e disservizi. Il nostro obiettivo è che si apra un tavolo con Regione, enti locali e Rsa per cambiare le cose e riattivare il ruolo dei comitati di famigliari e ospiti e assegnare tutte le impegnative di cura», ribadisce Todesca. A marzo 2024 il Codacons organizzerà una assemblea regionale dei parenti e ospiti.
Lo sportello SOS Anziani raccoglie segnalazioni al 3293897040; e-mail codacons.anzianiarea@libero.it