FINITO IL LOCKDOWN, CI SARA' IL BOOM DELL'AUTO (NUOVA). E' CACCIA ALL'AFFARE
Ma quale ansia da ripresa e ipotesi di come sarà il dopo Covid19, chi pensa all'auto nuova c'è eccome. Secondo i dati diffusi dagli analisti del comparto automotive italiano solo il 4,2% di coloro che hanno pensato di cambiare auto alla ripresa delle attività hanno guardato il mercato dell'usato, quasi l'80%, seppure cercando di ridurre la spesa, guarda invece alle offerte del nuovo, mentre la restante percentuale al noleggio a lungo termine ed ad altre formule. Insomma chi prima del lockdown pensava di acquistare un'auto nuova lo farà immediatamente dopo il 4 maggio, se non addirittura lo ha fatto online sfruttando le promozioni che taluni costruttori o importatori hanno attivato dalla fine di febbraio a oggi per recuperare gli ordini di un mese trascorso con i concessionari chiusi.
Ovvio che in termini di passaggi di proprietà, transazioni e movimenti, gli ultimi 50 giorni siano stati caratterizzati da un crollo, ma è anche vero che i siti di compravendite online, quelli delle case automobilistiche e dei concessionari in genere sono stati consultati il 39% in più rispetto al trimestre precedente, nonostante la fine dell'anno (tipicamente ottobre-dicembre) fosse il momento in cui si cercano le km zero e le occasioni migliori. Sempre analizzando i dati del web pare che tra le varie motorizzazioni aumenteranno gli automobilisti che acquisteranno un mezzo ibrido se nuovo, mentre per l'usato si cercano sempre i turbo diesel, specialmente Euro 5 e 6. Siamo finalmente innanzi alla giusta riscossa delle motorizzazioni a gasolio, soprattutto dopo che i dati delle agenzie per l'ambiente hanno mostrato che la "colpa" dei livelli di particolato nell'aria sono causati perlopiù dai sistemi di riscaldamento degli edifici.
A rimanere stabili nelle vendite sono le autovetture a gas che proprio, ma più per le limitazioni assurde ancora in essere, non riescono a superare l'8% del totale in circolazione. Difficile capire se la consultazione online rispecchierà poi le percentuali di acquisto dei prossimi mesi, ma resta comunque un interessante indicatore. Certamente sognare non costa, e i siti di supercar con la possibilità di usare un configuratore sono frequentatissimi dai giovani, ma è anche vero che un aumento dei click c'è stato anche per le utilitarie, indicatore che le persone stanno pensando di cambiare il loro mezzo di trasporto per recarsi al lavoro. E con l'arrivo della bella stagione ciò riguarda soprattutto il settore delle due ruote, che aveva peraltro vissuto un inizio d'anno molto dinamico con vendite sù del 40%.
Quanto ai budget destinati alle quattro ruote, quasi il 30% degli italiani sul web ha impostato una somma massima di 10.000 euro, il 35% oltre i 20.000 euro e il 23% tra 11.000 e 20.000. Aci Auto-trend (http://www.aci.it/laci/studi-e-ricerche/dati-e-statistiche/auto-trend.html) registra 110.715 passaggi di proprietà (-59% su febbraio), ma si tratta ovviamente di un effetto diretto e prevedibile del blocco per pandemia, mentre può preoccupare la tendenza delle rottamazioni, che a marzo per ogni 100 immatricolazioni ha visto 120 cancellazioni. Alla ripresa c'è chi immagina gli scenari più diversi: i pessimisti sostengono che la crisi rallenterà il mercato; i più realisti che si cercherà di viaggiare evitando i mezzi pubblici e che quindi utilitarie ed elettriche saranno molto richieste, ed anche chi sostiene che lo scampato pericolo spingerà gli automobilisti a una sorta di appagamento, magari verso spider e sportive, visto l'arrivo dell'estate.
Un fenomeno, quello del «revenge shopping», ovvero il fare acquisti per compensare la tristezza dei mesi appena trascorsi, che in Cina ben conoscono e che ha portato a settimane da record per svariate categorie di commercianti. Per i concessionari di auto e moto poter firmare un contratto oggi è un grande risultato, ma la clientela in generale resta dubbiosa sulla capacità delle case di consegnare nei tempi previsti, stante che se le auto scelte sono state costruite prima del blocco, esse devono fare soltanto "l'ultimo miglio", mentre se devono essere ancora prodotte subiranno inevitabilmente ritardi a causa dei blocchi subiti della filiera dei componenti, in quanto la riapertura delle fabbriche non è contemporanea in tutti i Paesi e gli approvvigionamenti tutt'altro che garantiti.
Dunque è facile prevedere che l'usato recente avrà un valore più alto di prima, mentre il nuovo, specialmente se su modelli da eliminare dai piazzali, punterà sulla disponibilità per cercare di mantenere il prezzo, ma poi sarà inevitabilmente oggetto di forti sconti.