Violenza sulle donne, il Parlamento Ue approva la prima legge europea. Ma Pd e M5S votano no
Il Parlamento Ue ha approvato la prima direttiva sulla violenza sulle donne, che indica una serie di reati rispetto ai quali gli Stati membri devono garantire prevenzione e protezione alle vittime. Il testo, frutto di un intenso lavoro di mediazione che ha visto l’Italia in prima fila, è stato approvato a larghissima maggioranza: 522 voti a favore, 27 contrari e 72 astenuti. Alla nuova legge, però, è mancato il sostegno di numerosi esponenti del Pd e del M5s, che hanno votato no.
Pd e M5S votano contro la direttiva del Parlamento Ue sulla violenza sulle donne
La sinistra italiana, che si è di fatto isolata nell’Europarlamento, ha motivato il voto contrario con il mancato inserimento nel testo del reato di stupro. Si tratta di uno dei punti che hanno maggiormente animato il confronto in sede Ue, in particolare per quanto riguarda la definizione di stupro come un reato che deriva dall’assenza di un consenso. Inoltre, secondo la valutazione del Servizio giuridico del Consiglio e della maggioranza delle delegazioni nazionali la regolamentazione di questo reato non rientra nella competenza legislativa dell’Ue, ma nella sfera di competenza dei legislatori nazionali. Il governo Meloni ha da subito, invece, schierato l’Italia a favore dell’inserimento, continuando a lavorare fino all’ultimo per cercare di ottenere il risultato.
Dalle mutilazioni genitali allo stalking online: cosa c’è nel testo
Il compromesso finale ha portato a un riferimento chiaro alla prevenzione dello stupro e alla promozione del consenso, ma non all’indicazione della violenza sessuale come euro-crimine. Quando l’accordo era stato così faticosamente trovato, però, alcuni deputati tra i quali esponenti Pd e M5S hanno presentato un emendamento che riproponeva la versione ritenuta inammissibile nel corso dei negoziati. L’emendamento non è stato accolto e dem e pentastellati non hanno votato il testo. Dicendo no a 360 gradi a una direttiva che, invece, complessivamente rappresenta un importante passo avanti e che tra l’altro introduce come reati Ue la mutilazione genitale femminile; il matrimonio forzato; la condivisione non consensuale di materiale intimo o manipolato; lo stalking online; le molestie online; l’istigazione all’odio o alla violenza online.
L’appello per il sì della Lobby europea delle donne
Non a caso, a sostegno della direttiva si è spesa anche la European Women’s Lobby, un’associazione estremamente rappresentativa delle donne europee. “Sottoscrivete l’accordo e adottate subito la direttiva sulla lotta alla violenza contro le donne!”, è stato l’appello rivolto agli eurodeputati italiani dalla presidente e dalla segretaria del Coordinamento Italiano della Lobby Europea delle Donne, Rossella Poce e Maria Ludovica Bottarelli Tranquilli-Leali.
Procaccini: “Sconcertante il no di Pd e M5S”
“Francamente trovo sconcertante il voto contrario di Pd e 5stelle sulla direttiva per contrastare la violenza sulle donne, specie in ambito domestico”, ha commentato in una nota l’eurodeputato di FdI Nicola Procaccini. “Un atteggiamento privo di senso. Per una volta che eravamo tutti d’accordo, da destra a sinistra, compresa la relatrice socialista – ha proseguito Procaccini – gli eurodeputati di Pd e M5S scelgono il voto contrario pressoché da soli. Mandando così messaggio di lontananza e disinteresse alle donne italiane ed europee. Questa direttiva consente alle donne di uscire dalla paura e prescrive norme severe contro le violenze, ma anche una adeguata assistenza sanitaria e psicologica alle vittime. Un provvedimento che ha raccolto il consenso praticamente dell’intero Parlamento europeo tranne i nostri ‘campioni dei diritti civili’ e che ha un grande significato civile perché va a combattere, tra l’altro – ha concluso l’esponente di FdI – le mutazioni genitali, i matrimoni forzati e i reati sessuali legati alle nuove tecnologie”.
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