Ultimo: «Mi hanno dato del coatto, fascista, omofobo, ma non sono niente di tutto questo»
In Fateme canta’, uno dei brani dell’album Colpa delle favole che pubblica venerdì 5 aprile, ammette che quando parla sbajo i modi, i toni e anche i tempi. «Chi più chi meno, siamo furbi, ci aggiustiamo a seconda di chi abbiamo di fronte; io no: reagisco di pancia, sbrocco», dice a Vanity Fair il cantautore Ultimo, finito nelle polemiche all’ultimo Festival di Sanremo dopo che, vincitore al televoto con il brano I tuoi particolari, si era visto sorpassare da Mahmood per l’intervento della giuria d’onore, e di questo si era lamentato scontrandosi con i giornalisti della sala stampa. «Mi hanno dato del coatto, fascista, omofobo, ma la verità è che non sono niente di tutto questo», spiega al magazine Condé Nast, che pubblica l’intervista nel numero in edicola da mercoledì 3. Né, dice, si riconosce nel ruolo, in cui è stato incasellato suo malgrado, di eroe del popolo contro la élite: «Io di politica non ne so, e le generalizzazioni, come le strumentalizzazioni, mi amareggiano. Ho agito d’istinto, ed esprimersi d’istinto è pericoloso. Ma è il mio carattere: schietto, incontrollabile. Sto lavorando per migliorare». Non per questo ha chiesto scusa: «Ho pensato che chiedendo scusa sarei tornato a far parlare di me ma non della mia musica». Niente problemi con Mahmood, assicura però: «Con lui è tutto a posto».