Banche venete: ancora ostacoli per indennizzare gli ex soci
La Consap fa muro sulle richieste dei consumatori. Puschiasis: redistribuire i 600 milioni avanzati
UDINE. Ci sono ancora ostacoli per gli ex soci delle due banche venete finite in liquidazione nel 2017, Banca Popolare di Vicenza e Veneto banca, a veder riconosciuto il loro diritto all’indennizzo previsto dall’apposito fondo statale, il Fir, che ha una dotazione complessiva di 1,5 miliardi di euro.
Lunedì 4 aprile le associazioni dei consumatori, tra cui i rappresentanti dell’udinese Consumatori attivi, hanno presentato le loro richieste alla Consap, alla luce delle ultime novità emerse. Lo hanno fatto al termine dell’audizione, in Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche venete, in cui sono stati sentiti i vertici di Consap, che gestisce il Fir. Due le richieste principali.
La prima che i 600 e passa milioni di euro finora non utilizzati dal Fir possano essere redistribuiti tra coloro che ne hanno diritto, andando così a rimborsare una quota maggiore rispetto al 30% previsto. La seconda che si risolva il problema delle circa 4 mila posizioni (alcune decine in Friuli Venezia Giulia) che, per errori involontari o fretta nella presentazione della domanda di rimborso, si vedono rigettato il diritto al risarcimento stesso. «Al momento non c’è alcuna apertura sulle richieste delle associazioni dei consumatori – ammette la presidente di Consumatori attivi Barbara Puschiasis –. I rapporti con i vertici della Consap si sono fatti più difficili, c’è un muro che hanno eretto da un po’di tempo. Ma ci sono 4 mila risparmiatori che stanno ricevendo le lettere con il rigetto della domanda, non li fanno accedere al fondo, né al primo filone, né al secondo. Il commissario Servello ha detto che per evitare i rigetti l’unica strada è un intervento legislativo che vada a modificare la legge istitutiva del fondo, ma è comunque una strada che richiederà del tempo».
Il Fondo indennizzo risparmiatori (Fir) dall’inizio della sua attività al 28 marzo scorso ha effettuato rimborsi ai risparmiatori coinvolti nella risoluzione delle quattro banche dell’Italia Centrale (Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti e Carife) nonché nella liquidazione delle due banche venete Popolare di Vicenza e Veneto Banca oltre che di altre banche piccole liquidate entro il 2017, per un totale di 818,6 milioni. Le domande di indennizzo al Fondo (nato con la legge di Bilancio del 2019) a seguito dell’ultima proroga possono essere presentate entro il termine del primo maggio 2022. La Commissione tecnica del Fir dovrà chiudere i suoi lavori invece, salvo ulteriori eventuali proroghe, il prossimo 31 luglio.
Gli indennizzi riguardano sia le azioni che le obbligazioni detenute dai risparmiatori. A fine marzo sono arrivate complessivamente al Fir oltre 144 mila domande di indennizzo e il Fondo ne ha già definite oltre 127.400 per un controvalore complessivo di 845 milioni (88% delle istanze presentate). Questi i dati presentati in audizione presso la Commissione banche guidata da Carla Ruocco dal presidente della Commissione tecnica Fir Giancarlo Servello, che ha aggiunto: «Nell’esame delle richieste di indennizzo presentate dai risparmiatori, stiamo vedendo cose impensabili».