A maggio 2023 sarà in funzione il rigassificatore di Piombino
Il presidente Giani annuncia che in quattro mesi la Regione avrà le autorizzazioni. Poi promette alla costa bonifiche ambientali e un distretto di energie rinnovabili
Firenze. All’orizzonte di Piombino si staglia con sempre maggiore nettezza il contorno della nave rigassificatrice che nel 2023 attraccherà nel porto cittadino. A fugare gli ultimi dubbi sulla realizzazione dell’impianto è il presidente della Regione Eugenio Giani che, su input del governo, ha impresso un’accelerazione al progetto con l’obiettivo di ridurre al più presto la dipendenza energetica dal gas russo. Nonostante la ferma contrarietà dei Comuni della costa, guidati dal sindaco di Piombino Ferrari, la nave sarà posizionata nel porto, la soluzione più rapida, con l’ipotesi della piattaforma offshore nel golfo destinata a tramontare. Il crono-programma prevede l’entrata in funzione dell’impianto di rigassificazione a maggio 2023 e nei prossimi quattro mesi la Regione si muoverà per raccogliere tutte le autorizzazioni amministrative necessarie.
Interesse nazionale
In risposta all’opposizione di Piombino Giani rilancia l’idea di una “contropartita”: un memorandum col governo per sbloccare bonifiche, infrastrutture ed investimenti in città. L’ufficialità arriva al termine di un lungo tavolo mattutino a Firenze tra Regione, Snam, Comune di Piombino e i sindaci del territorio in cui vengono esposti i dettagli del piano di sbarco. Non un confronto ma una semplice comunicazione della decisione, accusa Ferrari. Uno strappo tra Regione e costa che diventa sempre più difficile da ricucire. «È evidente che mi pongo di fronte a una realtà che è scettica, diffidente, contraria ma c'è un interesse nazionale che deve essere eseguito», chiarisce Giani, nominato commissario straordinario in parallelo al governatore dell’Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, per Ravenna. Anche perché, a fronte dei tagli alle forniture del gas, l’impianto soddisferà «un sesto dell’esigenza energetica nazionale», stima il presidente regionale.
In funzione a primavera
«L’entrata in funzione della nave è prevista a fine aprile-inizio maggio 2023, quindi arriverà nei mesi precedenti necessari per posizionarla». La nave acquistata da Snam, 293 metri per 40 metri di larghezza, utilizzerà, su indicazione tecnica, un sistema aperto (acqua di mare per portare il gas a temperatura con conseguente rilascio di cloro) e alla fine attraccherà nel porto di Piombino. Una scelta considerata ottimale per via della lunga banchina e il pescaggio di 20 metri di profondità. In questo modo, rassicura il presidente regionale, «tutte le aziende dell'ittico sul golfo di Follonica non verranno minimamente toccate». Scartata la possibilità di posizionarla offshore, a 12 miglia nautiche di distanza, «perché realizzarla al largo significa tempi molto più lunghi». E poi c’è da piazzare il tubo di collegamento tra la nave e la rete nazionale del gas.
I benefici per Piombino
Il primo step saranno i lavori di scavo del tubo, lungo 8 chilometri, che passerà attraverso i terreni di riporto delle acciaierie. Un passaggio, spiega Giani, che «rende anche una garanzia concreta rispetto a quello che chiederò al Governo, che non si bonifichi solo dove si posiziona il tubo ma avvenga per tutto il territorio in cui si chiedono bonifiche da anni ma non sono mai state fatte». Accanto a questo nel memorandum, garantisce il governatore, ci sarà la richiesta di «infrastrutture che ci possano consentire di arrivare al porto senza dover passare dal centro di Piombino e la prospettiva di un distretto di energie rinnovabili (idrogeno, eolico e fotovoltaico) perché l'area oggi occupata dalle acciaierie è di 900 ettari, per un forno elettrico bastano 100-150 ettari quindi il resto del territorio può essere recuperato in questa direzione». Uno scenario che non convince il sindaco di Piombino: «Non c'è compensazione che tenga di fronte a quella incertezza sulla sicurezza e in ordine a quel freno al rilancio economico, e poi perché il nostro territorio, purtroppo, vive di promesse da oltre un decennio».
Per questo motivo, assicura Ferrari, in vista dei prossimi 120 giorni in cui dovranno essere sbrogliati i nodi burocratici, «la nostra contrarietà politica si trasformerà in una contrarietà tecnica e giuridica all'interno dei procedimenti» durante i quali «staremo vigili, attenti e determinati a far capire che quell'opera può essere un pericolo per la nostra città».
Nel frattempo il Comune di Piombino ha richiesto al ministro per la transizione ecologica Cingolani di esaminare le relazioni tecniche che hanno portato a scegliere Piombino.