Muore a 10 anni dopo un trapianto di cuore
Cristian Zozzoli, studente dell’Uccellis e appassionato karateka, da 19 giorni combatteva contro una infiammazione
UDINE. Il quaderno di cinese era tra i suoi preferiti. «Non è poi cosi difficile» diceva. Sorridendo, con i suoi occhi azzurri che brillavano di purezza, sfogliando le pagine piene di idiomi. Avrebbe voluto conoscere anche il francese, Cristian Zozzoli.
L’inglese, quello, lo parlava già alla perfezione. Per Natale aveva chiesto in regalo un libro di grammatica e ogni giorno imparava un parola nuova. Perché lui, a 10 anni, voleva scoprirlo quel mondo che tanto lo affascinava.
Dalle montagne delle Alpi alla Tour Eiffel, fino al Grand Canyon e ai fiumi più lunghi d’Europa.
Cristian da 19 giorni combatteva all’ospedale di Padova contro una endocardite (un’infiammazione dell’endocardio, il sottile rivestimento delle pareti interne delle cavità e delle valvole cardiache).
E giovedì mattina, dopo aver subito un trapianto, il suo nuovo cuore ha smesso di battere.
Per tutti era Cri. Lui, così speciale. Le maestre alla scuola elementare De Amicis di viale Venezia lo avevano capito subito tanto da fargli saltare una classe.
Alla scuola media Educandato statale Collegio Uccellis, dove frequentava la prima, si stava già preparando per partecipare ai giochi matematici.
Erano la scienza e la geografia le materie che amava di più. Lui che a 3 anni conosceva già tutte le capitali del mondo.
«Sai di quale Paese è questa bandiera?» chiedeva, poi, a mamma Arianna e papà Rudy. Desiderava sempre scoprire cose nuove. Sui pianeti, la natura, gli animali.
Aveva “adottato” Coco, il gatto del condominio, e quando era arrivata in casa la gattina Polpetta era stata pura felicità.
A ogni scoperta ne seguiva un’altra. E un’altra ancora. Con l’umiltà di chi, così piccolo, faceva naturalmente cose straordinarie. Come gli esperimenti scientifici allestiti in cucina.
E poi c’era la passione per il karate. Da poco era diventato cintura blu alla scuola Okinawa Fight Asd di Udine.
Sapeva trasmettere amore Cristian, riusciva a unire le persone con i suoi abbracci forti e spontanei. «Era così unico e speciale e neanche si accorgeva di quanto fosse eccezionale.
Per lui, così umile, tutto era normale» ricordano i familiari. «Era Cri, che da piccolo aveva imparato a leggere e scrivere da solo, che conosceva tutti i modelli e le marche delle auto, che amava il pane e salame, che ogni volta portava i fiori alla sua mamma, che chiamava Vita mia, che era il punto di riferimento per il suo fratellino» aggiungono.
Lui, che assomigliava così tanto ai supereroi che tanto amava.
Perché era coraggioso e altruista, così buono e attento a chi gli stava vicino. La conosceva a memoria la canzone di MrRain.
I compagni di scuola gliel’avevano dedicata in questi giorni in cui non aveva mai smesso di lottare. «Del resto è un piccolo cjarniel, un piccolo carnico, lui non molla» dicevano i nonni paterni Emilio e Caterina, originari di Paularo.
«Perché siamo invincibili vicini» cantavano i suoi amici. Al suo fianco, sempre. Come lo sono stati sempre gli zii Ivan e Daniela, Fabio e Maria e Daniele, i nonni materni Gianni e Lorena, le zie Gianna e Adriana.
Sì, un supereroe. Con il ciuffo biondo che amava portare lungo sulla fronte. Con il suo sorriso dolce, che ovunque portava felicità.
La data del funerale sarà fissata nei prossimi giorni.