Bonomi e il riscatto del Made in Italy: «A Trieste record di investimenti»
TRIESTE. «In un mercato internazionale in ritirata, noi italiani abbiamo guadagnato quote di mercato che ci hanno consentito di fare un record di export l'anno scorso per oltre 625 miliardi»: il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, nonostante la preoccupazione per gli aumenti dei tassi, l’inflazione e l’impatto su imprese e mercati della guerra in Ucraina, invita a uno scatto d’orgoglio gli industriali riuniti a Trieste per l’assemblea di Confindustria Alto Adriatico: «Noi imprenditori siamo consapevoli che le cose si possono cambiare».
Centro congresso pieno di giovani
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Bonomi parla in un centro congressi strapieno di giovani (circa 700) provenienti dalle scuole triestine su invito del presidente Michelangelo Agrusti. Assemblea che inizia tutti in piedi e cantare l’inno nazionale seguito dall’Inno alla Gioia europeo e da quello ucraino che precede il videomessaggio del ceo di Metinvest, Yuriy Ryzhenkov, gruppo siderurgico con una importante base produttiva in regione.
La folla di studenti, fatto inedito per un’assemblea degli industriali, ha dato al tutto un tono pedagogico con forti richiami al futuro, alle giovani generazioni, al destino del Paese. Da un podio troneggiante sulla platea, che Sebastiano Barisoni di Radio 24 ha paragonato a un palco dei Maneskin, Bonomi ha esortato gli studenti triestini: «Provate anche voi questo stesso impegno e questa stessa voglia che hanno i vostri genitori, gli imprenditori italiani, trasformando la passione in determinazione».
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Le potenzialità della regione
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Un messaggio ripreso da Agrusti nel raccontare le potezialità di una regione e del suo capoluogo «con i suoi grandi centri di ricerca che serviranno a riempire di competenze il nuovo manifatturiero industriale della regione». Città che- come ha osservato il sindaco Dipiazza, sta crescendo in modo esponenziale dal punto di vista turistico senza dimenticare le sue radici industriali. Ottimismo condiviso anche dal ministro Luca Ciriani presente con il collega responsabile dell’Economia Giorgetti (intervista a fianco). Su tre megaschermi le immagini di una regione con diversi investimenti industrali in cantiere. La terza linea di produzione allo stabilimento Bat, come ha annunciato il vicepresidente Andrea Di Paolo, partirà ad aprile. A Gorizia si parla di un nuovo polo aerospaziale, come ha spiegato Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio Venezia Giulia. Il colosso elettrico A2A, ha annunciato il presidente Patuano, sta realizzando un parco fotovoltaico da 60 MW in provincia di Udine.
Investimenti in Porto vecchio
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E poi le grandi prospettive di investimento nel Porto Vecchio triestino. E così il governatore Fedriga ha avuto buon gioco a ricordare che gli investimenti internazionali in Fvg si sono triplicati. Agrusti ha anche rievocato «la battaglia popolare» a Trieste per la sopravvivenza dello stabilimento della Wärtstilä, oggi al centro di offerte per la reindustrializzazione del sito di San Dorligo: «I nostri occhi restano vigili». La presenza dei 700 studenti viene letta dal presidente come un patto fra generazioni: «Il sistema Alto Adriatico ha investito molto nel sistema della formazione professionale, degli istituti tecnici e dei parchi tecnologici». E qui anche Confindustria fa autocritica: «Abbiamo sbagliato - ha ammesso Bonomi citando Madre Teresa di Calcutta - ora siete voi a dover imparare dai nostri errori con la stella polare di fare un'Italia migliore per i vostri figli». Capitolo importante la questione della sicurezza nelle fabbriche: «Su questo stiamo investendo molto perchè non vogliamo più morti sul lavoro».
Caro energia e industria
Di caro-energia e industria hanno poi discusso Aurelio Regina, delegato per l’Energia Confindustria, il presidente di Enea Gilberto Dialuce, Marco Patuano e Roberto Gasparetto. Patuano ha chiarito che dei 16 miliardi di euro che il gruppo ha programmato di investire al 2030, 11 sono dedicati alla transizione energetica. Gasparetto ha ricordato il sistema di infrastrutture che AcegasApsAmga sta realizzando anche con i fondi del Pnrr che finanzierà il sistema smart-grid per soddisfare il fabbisogno di energia elettrica a Trieste che «raddoppierà da qui a dieci anni».