Мы в Telegram
Добавить новость
World News
Новости сегодня

Новости от TheMoneytizer

L'impossibile cammino di pace in Medioriente



Dalla fondazione di Israele, dopo la tragedia dell’Olocausto, alle tensioni con i palestinesi confinati nei loro territori. Attraverso insurrezioni di popolo e trame dei Paesi arabi, estremismi dei «coloni» e tentativi sabotati di accordo. È il rompicapo storico di questo Medioriente, che ha portato al massacro del 7 ottobre scorso e al conseguente conflitto.

E' «terra promessa» dai tempi di Mosè. A dispetto di un ambiente di sabbia e sassi - non proprio ospitale - resta il luogo del cuore dove anche i bisogni materiali diventano sentimento. È lì che gli ebrei devono andare, affrontando quello che c’è da affrontare, senza contare il tempo necessario per arrivarci. All’inizio del secolo scorso, tentarono di comprarsela. L’intera area era controllata dalla Gran Bretagna che, a tutta prima, trovò persino conveniente lottizzarla e venderla. Famiglie e associazioni acquistarono i terreni e ci andarono ad abitare. Il richiamo del «focolare» (fra le due guerre mondiali) provocò un aumento di richieste di immigrazione che si rivelò di difficile gestione. La soluzione più semplice fu vietarle del tutto anche se gli ebrei, persino negli anni del conflitto 1939-1945, tentarono, a migliaia, il «ritorno a casa». Molti vennero respinti. Alcune loro navi furono persino affondate.

Con la fine della Seconda guerra mondiale, gli Stati vincitori ridisegnarono i confini geografici a danno degli sconfitti. In Medioriente, lo scioglimento dell’Impero ottomano portò Siria e Libano sotto il controllo della Francia. La Gran Bretagna tenne per sé l’amministrazione della Palestina, aggiungendo quelle di Iraq e Giordania. Nelle dichiarazioni iniziali, comparve l’impegno «a facilitare l’immigrazione di nuclei ebrei». La decisione fu presa un po’ per risarcire un popolo che, nei campi di sterminio, aveva pagato un prezzo esorbitante e un po’ per dare una parvenza giuridica a chi - clandestinamente - entrava nella sua «terra promessa». Il combinato disposto delle due questioni mise le Nazioni Unite nelle condizioni d’immaginare la creazione di un vero e proprio Stato d’Israele: indipendente e dotato di personalità internazionale.

Era il 29 novembre 1947 e l’Assemblea approvò la costituzione di uno Stato d’Israele e di uno Stato arabo. La fretta non portò però i migliori consigli. Il documento prevedeva che il territorio fosse diviso «a sezioni», collegate da «incroci extraterritoriali» con il risultato di creare un puzzle di popolazioni e di economie di difficile governo e di complicata convivenza. Certo, a pesare maggiormente fu il pregiudizio ideologico. I 13 Paesi arabi delle Nazioni Unite votarono contro ma, soprattutto, armarono i loro eserciti che - 15 maggio 1948 - al momento della dichiarazione d’indipendenza d’Israele, ne attaccarono le difese ancora rudimentali e, tuttavia, già capaci di resistere all’urto di reparti in qualche caso dotati di armi sofisticate. Il segretario della Lega Araba Adb al-Rahman, con eccesso di convinzione, proclamò «la guerra di sterminio della quale si parlerà come dei massacri dei Mongoli e delle Crociate».

Il capo delle forze armate David Ben Gurion capeggiò «la resistenza», rifiutò il cessate-il-fuoco proposto dagli Stati Uniti e - maggio 1949 - costrinse gli aggressori a chiedere la tregua. Risultato: 700 mila profughi arabi e Israele a occupare porzioni di territorio che - secondo il documento di costituzione - non gli sarebbero toccate. L’armistizio, firmato a Rodi, invece di porre i presupposti per la fine del conflitto, ne autorizzò la prosecuzione. Gli arabi pretesero di mettere per iscritto la dichiarazione che non riconoscevano l’esistenza di uno Stato ebraico. L’Iraq non sottoscrisse nemmeno quelle conclusioni che gli parvero ancora troppo compiacenti. Qualche anno dopo, l’Organizzazione per la liberazione della Palestina, Olp, nacque sulla base della «necessità di distruggere Israele con la lotta armata, come obiettivo strategico della nazione araba nel suo complesso». Il che, di per sé, rappresenta la sintesi più eloquente per dare conto di un rosario di decenni con popoli obbligati a convivere con la violenza. Attacchi isolati di kamikaze che, rispondendo a un aberrante impegno morale, s’imbottirono di tritolo per farsi esplodere in ristoranti, su scuolabus, davanti a caserme o accanto a sinagoghe. Fu sufficiente utilizzare le pietre quando, nella «rivolta» dell’Intifada (1987), anche i ragazzini presero a sassate gente solo perché con fisionomia occidentale. Spesso si trattò di veri commando che - per ricordarne alcuni - seminarono morte fra gli atleti israeliani, alle olimpiadi di Monaco (5 settembre 1972); dirottarono l’aereo dell’Air France, partito da Tel Aviv e portato a Entebbe, in Uganda (3-4 luglio 1976); assaltarono la sinagoga di Roma (9 ottobre 1982) o l’aeroporto di Fiumicino (27 dicembre 1985). La violenza sotterranea conobbe tempi di guerra vera. Il 22 maggio 1967 per sei giorni israeliani e egiziani si affrontarono con gli eserciti schierati. E nel 1973 un altro poderoso conflitto «del Kippur» con Tel Aviv che, dapprima, si trovò in difficoltà (6-14 ottobre 1973) per poi contrattaccare (16-25 ottobre) fino mettere gli aggressori con le spalle al muro. A ogni conflitto, Israele si allargò andando a occupare altri spicchi di territorio non previsti dall’originaria risoluzione dell’Onu. I tentativi per raggiungere un qualche accordo per consentire una vita di vicinato accettabile, senza bisogno di andare a lavorare con il mitragliatore in spalla, finirono poco oltre le buone intenzioni.

Il presidente americano Jimmy Carter, nel 1979, riuscì a fare sedere allo stesso tavolo il leader israeliano Menachem Begin e quello egiziano Awar Sadat. I due si diedero reciproco riconoscimento. Tel Aviv restituì il Sinai occupato e vennero ritirati i presidi alla frontiera. Ma le speranze di pace presto svanirono. Da nord, il Libano che aveva ospitato cellule terroristiche braccate dagli israeliani, mise in atto azioni di guerriglia. L’esercito ebraico ruppe gli indugi e attraversò la frontiera libanese, nel giugno 1982. A dargli manforte i cristiani-maroniti che, però, subirono la rappresaglia araba. Il loro presidente Bashir Gemayel, che si era accordato con gli Israele, venne assassinato. Come ritorsione milizie cristiano-falangiste, di concerto con Tel Aviv, entrarono nei campi profughi palestinesi di Sabra e Chatila dove si calcola siano stati fatte 800 vittime. L’Onu condannò ufficialmente l’azione come genocidio.

A cercare la pace tra ebrei e palestinesi ci provarono anche Yasser Arafat e Yitzhak Rabin che (20 agosto 1993) firmarono alla Casa Bianca (presidente Bill Clinton) un impegno per avviare un percorso destinato a costruire una normalità di vita. Gli arabi si mostrarono neghittosi. Gli israeliani erano contrari e Rabin (4 novembre 1995) fu assassinato. Aveva invitato a pregare (e operare) per la pace «che risolve tutti i guai con i quali si fanno quotidianamente i conti». Un estremista gli scaricò addosso il caricatore di una rivoltella. Per lui, ogni concessione al nemico palestinese significava tradimento. Un ulteriore tentativo di accordo avvenne sempre tra Arafat e il nuovo leader di Tel Aviv Ehud Barak (24 luglio 2000). Il presidente Usa era ancora Clinton. Anche questa volta, le intese vennero mandate a monte dagli irriducibili dei fronti contrapposti. Fra i palestinesi, fino a quegli anni, il movimento dell’Olp era stato monopolizzato dal partito di al-Fatah che, predicando la «rivoluzione fino alla vittoria», ne rappresentava le aspirazioni più autentiche. Di questo gruppo, Arafat era considerato il leader con un’autorevolezza politica spendibile anche all’estero e un carisma personale smisurato.

La scelta di Arafat di accordarsi con Israele non fu accettata. I palestinesi non osarono contestarlo apertamente ma gli voltarono le spalle. Alle elezioni (per come possibili in quei luoghi e in quei contesti) la sua maggioranza si sciolse. Fu premiato l’organizzazione paramilitare Hamas che si era affacciata alla ribalta politica più di recente (1987) ma che - dichiarando «l’impossibile soluzione alla questione palestinese se non con la jihad», la «guerra santa» - accontentava la voglia di rivincita della gente. Contro Israele si doveva combattere con guerriglieri. Saccheggi, attentati e assalti alle postazioni nemiche si susseguirono con brutale regolarità. Ma, alla lotta, era necessario che partecipassero i singoli cittadini, ragazzini compresi. Bastava scagliare una pietra (e fu la «Seconda Intifada» a fine settembre 2000) o afferrare un pugnale (e fu l’«Intifada dei coltelli» dal 15 ottobre 2015 a tutto il 2017).

Tuttavia lo scontro fu anche interno (equivalente a una guerra civile) con gli amici-nemici di al-Fatah che furono fatti fuori o costretti a scappare per non essere uccisi. Alle elezioni 2016 - unica forza in campo - Hamas raccolse un consenso unanime. Che si ripeté per le consultazioni 2021 e 2022. Sul versante israeliano, il leader del partito Likud Ariel Sharon, per mettersi di traverso agli accordi, propose una «passeggiata» sulla spianata delle moschee di Gerusalemme, come a rivendicarne titolo e possesso. Era il 28 settembre 2000 e camminò scortato da migliaia di ebrei a dimostrazione che la via della pace non passava per quei sentieri.

Читайте на 123ru.net


Новости 24/7 DirectAdvert - доход для вашего сайта



Частные объявления в Вашем городе, в Вашем регионе и в России



Smi24.net — ежеминутные новости с ежедневным архивом. Только у нас — все главные новости дня без политической цензуры. "123 Новости" — абсолютно все точки зрения, трезвая аналитика, цивилизованные споры и обсуждения без взаимных обвинений и оскорблений. Помните, что не у всех точка зрения совпадает с Вашей. Уважайте мнение других, даже если Вы отстаиваете свой взгляд и свою позицию. Smi24.net — облегчённая версия старейшего обозревателя новостей 123ru.net. Мы не навязываем Вам своё видение, мы даём Вам срез событий дня без цензуры и без купюр. Новости, какие они есть —онлайн с поминутным архивом по всем городам и регионам России, Украины, Белоруссии и Абхазии. Smi24.net — живые новости в живом эфире! Быстрый поиск от Smi24.net — это не только возможность первым узнать, но и преимущество сообщить срочные новости мгновенно на любом языке мира и быть услышанным тут же. В любую минуту Вы можете добавить свою новость - здесь.




Новости от наших партнёров в Вашем городе

Ria.city

Список самых популярных товаров нашего маркетплейса Bazosmarket

Врач назвал напитки, которые нельзя пить в жару

Артистку Анастасию Заворотнюк похоронили в Москве

Владимирцам напомнили об ограничении скорости из-за ремонта на трассах М-7 и Р-132 «Золотое кольцо»

Музыкальные новости

Леонид Агутин посвятил ушедшей Анастасии Заворотнюк песню и клип

В Подмосковье сотрудники Росгвардии задержали подозреваемого в краже товаров из магазина

Уссурийский ЛРЗ расширяет форматы промышленных экскурсий на предприятие

Преступления мигрантов с рынков азербайджанского олигарха Года Нисанова продолжают шокировать Москву

Новости России

Примани, венок, жениха богатого: какие народные гадания до сих популярны у россиян

Бывший возлюбленный Заворотнюк Жигунов не приехал на ее похороны

Владимирцам напомнили об ограничении скорости из-за ремонта на трассах М-7 и Р-132 «Золотое кольцо»

Топ-клуб РПЛ из Москвы заинтересован в трансфере Зайнутдинова

Экология в России и мире

«Заставлял Костомарова мыть свою машину, чтоб потом он на ней покатался по парковке!» Илья Авербух рассказал о дружбе с Романом Костомаровым в шоу «Вкусно с Анфисой Чеховой» на ТВ-3

Раскрыт секрет, как и где отдохнуть в России летом за 11 тыс. рублей

AlfaBiom выпустили на рынок России БАД с красным ферментированным рисом

Елена Шерипова: самые модные головные уборы на лето

Спорт в России и мире

Главный русский теннисист заставил Париж аплодировать ему стоя. Что удалось Осьминогу Медведеву?

Матч Котова и Вавринки перенесли на корт Сюзанн Ленглен

Медведев с трудом вышел в четвертый круг "Ролан Гаррос"

Медведев вышел в 1/8 финала «Ролан Гаррос» — 2024

Moscow.media

Распределяй и управляй: водители «Грузовичкоф Бизнес» – о преимуществах работы и трудовых буднях  

Для строительства участка Приморского кольца в Калининградской области ищут подрядчика

Торжественное возложение цветов к памятному знаку «Юным героям — партизанам и подпольщикам» в Феодосии

В Кировском районе Крыма проверили бывших мигрантов, не вставших на воинский учет







Топ новостей на этот час

Rss.plus





СМИ24.net — правдивые новости, непрерывно 24/7 на русском языке с ежеминутным обновлением *