Quando il Duce e i terroristi entrarono in Arcivescovado
Era. E rimase. Per sempre. Uno sconosciuto. Venticinque anni avrà avuto. O forse trenta. Non certo di più. Viaggiava sul metro e ottanta e il timbro della voce non si conosce. Perché non parlò. E non lo si rivide mai. Era il 1984. E quel 13 giugno tirava un venticello che attutiva il peso dei 26 gradi scarsi. Non si soffriva caldo, insomma. Eppure a Paolo Cortesi, di mestiere monsignore, la temperatura bruciò le viscere davanti a quel giovane che entrò in Arcivescovado e, senza proferire parola, vomitò davanti al prete due kalashnikov. Читать дальше...