GP Russia F1: Sochi, un circuito altamente impegnativo per i freni
Lasciata alle spalle Singapore, il circus ritorna per l’ultima volta in Europa per il sedicesimo appuntamento stagionale, il GP di Russia. Dal 27 al 29 settembre la Formula 1 è di casa a Sochi, nelle rive del Mar Nero. La pista, realizzata dell’architetto tedesco Hermann Tilke all’interno del parco ...
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Lasciata alle spalle Singapore, il circus ritorna per l’ultima volta in Europa per il sedicesimo appuntamento stagionale, il GP di Russia. Dal 27 al 29 settembre la Formula 1 è di casa a Sochi, nelle rive del Mar Nero.
La pista, realizzata dell’architetto tedesco Hermann Tilke all’interno del parco olimpico usato per le olimpiadi del 2014, si contraddistingue per la curva 3, la più lunga dell’intero mondiale con i suoi 650 metri. Essendo in parte aperta al traffico ed utilizzata solamente in occasione dell’appuntamento con la massima formula, l’asfalto si gomma sempre di più con il passare delle sessioni, particolare da tenere in conto sia per i piloti che i tecnici.
I tecnici Brembo hanno classificato il Sochi Autodrom come altamente impegnativo per i freni, con un indice di difficoltà di 4 su una scala da 1 a 5, alle spalle solamente di piste come Montreal, Città del Messico, Abu Dhabi e Singapore.
L’impegno dei freni durante il GP
Nel circuito di Sochi si usano i freni per circa 15 secondi e mezzo al giro, circa il 16 per cento del tempo totale. Ciò equivale a più di 530 frenate nell’arco del Gran Premio, per fare ciò i piloti devono esercitare un carico pari a circa 44 tonnellate. Per quanto riguarda la decelerazione massima, la media sul giro è di circa 4,1 g. Da notare che in nessuna curva questo valore scende sotto ai 2,8 g.
Le frenate più impegnative
Il Sochi Autodrom si compone di 10 frenate, di cui 2 considerate dai tecnici Brembo impegnative per i freni, 5 di media difficoltà, solo 3 sono considerate semplici. Come accade nella maggior parte delle piste, la frenata più impegnativa è quella dopo il rettilineo di partenza, che a Sochi è la curva 2: alla fine del rettilineo principale, lungo 1,1 km, si scende da 333 km/h a 131 km/h in 1,82 secondi, il tutto nello spazio di 107 m. Sono necessari 142 kg di pressione sul pedale per i piloti, i quali devono sopportare addirittura 6,1 g di decelerazione (uno dei valori più alti dell’intero calendario).
Notevoli sono anche le frenate di curva 13 (5,4 g, da 333 km/h a 112 km/h in 122 metri) e di curva 5 (4,8 g, da 288 km/h a 153 km/h in 75 metri).
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