F1, Leclerc: Il mio obiettivo? Stare davanti al mio compagno di squadra!
Intervistato da Roberto Chinchero per Motorsport.com, Charles Leclerc non ha esitato a dire che state davanti al compagno di squadra è il suo obiettivo. E ha poi rivelato di rivedere sempre le gare di Formula 1 il lunedì, con il commento in italiano di Sky Sport F1. Da come è cambiato la sua vita, a...
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Intervistato da Roberto Chinchero per Motorsport.com, Charles Leclerc non ha esitato a dire che state davanti al compagno di squadra è il suo obiettivo. E ha poi rivelato di rivedere sempre le gare di Formula 1 il lunedì, con il commento in italiano di Sky Sport F1.
Da come è cambiato la sua vita, al rapporto con gli ingegneri Ferrari, dai team radio ai rapporti con i compagni di squadra. Vi riportiamo qui sotto qualche passaggio dell’intervista che potrete leggere integralmente su Motorsport.
Roberto Chinchero: In poco più di un anno sei passato dai primi passi in F.1 all’esordio in Ferrari, fino alla vittoria con il Cavallino. Quanto è cambiata la tua vita?
Charles Leclerc: “Non poco. Dal punto di vista personale la mia vita è cambiata da quando sono diventato pilota Ferrari ed è stato un cambiamento notevole. Ma, soprattutto, dopo aver vinto in F1, la gente mi ha visto sul podio, ed oggi mi capita di essere riconosciuto quando sono in giro. Anche sul fronte professionale la mia vita è cambiata, pur mantenendo gli obiettivi originali, perché all’inizio ho dovuto abituarmi ad interagire con tante persone, e nei primi momenti è intimidente, perché hai paura di dire una cosa sbagliata, ma poi mi sono abituato. E poi ci sono… tanti media”.
RC: Com’è cresciuto il tuo rapporto con gli ingegneri?
CL: “All’inizio c’è sempre un po’ di soggezione, è stato così anche quando sono arrivato in Alfa Romeo, ma la squadra era più piccola e mi sono ambientato subito, mentre in Ferrari è stata un’altra storia. Nelle prime gare non ho osato dire cosa avrei voluto, cercando di adattarmi alla monoposto e mi è sembrato giusto farlo. Poi gara dopo gara ho visto che anche la squadra era ben disposta nel cercare di venirmi incontro, così ho colto l’opportunità per dire cosa avrei voluto, e abbiamo lavorato insieme in quella direzione. È stato uno step molto positivo”.
RC: Ultimamente i tuoi team-radio hanno fatto parlare più della performance in pista. Ti fa paura essere sotto i riflettori?
CL: “Ho sbagliato e non mi spaventa, a Singapore eravamo primi e secondi, però io con l’adrenalina ho esagerato un po’. La mattina mi alzo e penso a vincere, vado a letto la sera e penso a vincere, e quando sono in monoposto non posso che pensare a vincere, e con l’adrenalina a Singapore ho parlato troppo, anche quando non era necessario farlo”.
RC: Però a fine anno, quando si tirano le somme, sai bene che il primo confronto è sempre tra i compagni di squadra…
CL: “Sicuramente, ed è anche giusto perché il compagno di squadra è l’unico che ha la tua stessa monoposto e sarà sempre così. Il mio obiettivo, come credo sia per ogni pilota, è stare davanti al proprio compagno”.
RC: È vero che al lunedì rivedi sempre la gara del giorno prima?
CL: “Sempre, è una mia abitudine, lunedì. E le guardo con il commento italiano”.
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