L'esperto: "Il virus si propaga anche solo parlando"
Non solo tosse e startuni. Il nuovo coronavirus può essere diffuso anche solo parlando o, forse, respirando. È quando afferma il presidente del comitato permanente per le malattie infettive emergenti dell'Accademia nazionale delle scienze americana, Harvey Fineberg, in una lettera indirizzata alla Casa Bianca.
"La ricerca attualmente disponibile sostiene la possibilità che possa essere diffuso tramite bioaerosol generato direttamente dall'espirazione dei pazienti", si legge nella lettera, scritta a seguito di una richiesta dell'Ufficio per la scienza e la tecnologia della Casa Bianca e dell'Ufficio del segretario assistente del Dipartimento della Salute. È possibile, quindi, che il Sars-CoV-2 si diffonda anche attraverso la "nuvoletta" che produciamo semplicemente parlando o respirando.
Ma non solo. Secondo gli studiosi, infatti, la diffusione potrebbe arrivare fino a 1,8 metri di distanza dalla persona contagiata. Se l'ipotesi venisse confermata, significherebbe l'insufficienza delle misure di distanziamento sociale, che finora hanno fissato a un metro la distanza da mantenere tra le persone.
Tuttavia, precisa Fineberg, "Al momento non ci sono prove sufficienti per confermare che queste particelle sono vitali e in quantità sufficienti a causare l'infezione". Non è chiaro, quindi, se le goccioline contenute nella "nuvoletta" creata dal respiro, siano in grado di infettare.
Un altro recente studio, aveva individuato la distanza a cui possono arrivare le goccioline prodotte da tosse e starnuti. Secondo una ricerca del Mit di Cambrige, che ha usato telecamere ad alta velocità, il virus può viaggiare fino a 8 metri, se contenuto nelle particelle prodotte da uno starnuto e fino a 6 metri in caso di un colpo di tosse.
Stando a queste ricerche, le misure messe in atto fino ad oggi potrebbero risultare non del tutto adeguate. Punto di forza centrale nella lotta al virus potrebbero diventare le mascherine. Per questo, l'ex direttore dell'Oms, David Heymann, avrebbe detto alla Bbc che è in un corso una valutazione sulle direttive per le mascherine.
Ma, per il momento non ci sono certezze sulla possibilità della trasmissione del virus via aerea. Inoltre, gli esperti italiani, hanno precisato come questa eventualità sia possibile solamente in certi tipi di luoghi. "Al di fuori degli ambienti chiusi possiamo escludere" questa ipotesi, ha detto Gianni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell'Istituto superiore di sanità. La stessa posizione è stata tenuta anche da Silvio Brusaferro, presidente dell'Iss, che ha affermanto: "In questo momento non abbiamo evidenze per dire che il virus circola nell'aria". Infine, il virologo Fabrizio Pregliasco, ha precisato: "Non creiamo troppa agitazione, perché è vero che gli studi indicano una potenzialità di dispersione ambientale maggiore, ma parliamo sempre di ambienti chiusi e contesti ospedalieri. All'aperto non ci sono pericoli".
<img src="https://www.ilgiornale.it/sites/default/files/styles/content_foto_node/public/foto/2020/04/03/1585932662-lp-11220049.jpg" />